History Of Photography
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Summary
# modificatori di luce e accessori per fotografia
Questa sezione esplora vari strumenti e accessori utilizzati per controllare e modellare la luce in fotografia e videografia, migliorando la qualità dell'immagine e creando effetti specifici [23](#page=23).
### 1.1 Tipi di illuminatori e accessori
Gli strumenti per l'illuminazione in fotografia si dividono principalmente in due categorie: gli illuminatori stessi (come lampeggiatori e flash) e i modificatori di luce che ne alterano le caratteristiche [23](#page=23).
#### 1.1.1 Lampeggiatori elettronici (torce)
Il lampeggiatore elettronico, comunemente chiamato torcia, è una fonte di luce artificiale utilizzata in fotografia. Molti di questi dispositivi dispongono di una "luce pilota" che può essere attivata per visualizzare il raggio di luce che illuminerà il soggetto durante lo scatto, utile soprattutto in condizioni di scarsa illuminazione o per una migliore pianificazione dello scatto. I lampeggiatori possono essere dotati di un generatore interno o essere collegati a un'unità di alimentazione esterna [23](#page=23) [24](#page=24) [25](#page=25).
#### 1.1.2 Flash a slitta
Il flash a slitta è un accessorio compatto che si monta direttamente sulla fotocamera, solitamente nella parte superiore, attraverso un contatto definito "contatto caldo" [23](#page=23) [24](#page=24).
#### 1.1.3 Generatori e unità di alimentazione
I generatori, o unità di alimentazione, sono dispositivi che forniscono energia ai lampeggiatori elettronici. Alcune unità possono alimentare fino a tre lampeggiatori contemporaneamente, permettendo la regolazione dell'intensità della luce per ciascuno [25](#page=25).
#### 1.1.4 Trigger
Per garantire la comunicazione tra la fotocamera e i lampeggiatori elettronici, è necessario utilizzare dei "trigger". Sia la fotocamera che i lampeggiatori devono essere equipaggiati con questi dispositivi per sincronizzare l'emissione della luce [25](#page=25).
#### 1.1.5 Modificatori di luce
I modificatori di luce sono accessori che alterano la qualità e la direzione della luce emessa da una sorgente luminosa.
##### 1.1.5.1 Softbox e bank
Il softbox e il bank sono modificatori di luce molto simili, che si differenziano principalmente per le dimensioni, con i bank che partono da misure di 1 x 2 metri. Il loro scopo è produrre una luce morbida e omogenea, minimizzando la formazione di ombre nette e definite sul soggetto [23](#page=23) [26](#page=26).
##### 1.1.5.2 Ombrello
L'ombrello è un modificatore di luce che può essere montato direttamente sulla torcia o su uno stativo. L'interno dell'ombrello può essere di colore bianco, argento o oro. Similmente al softbox, l'ombrello serve ad attenuare la luce e a rendere le ombre meno incisive [23](#page=23) [26](#page=26).
##### 1.1.5.3 Parabola
La parabola è un altro tipo di modificatore di luce. A differenza del softbox, la luce emessa da una parabola tende ad essere più diretta e più facilmente direzionabile. L'interno della parabola può essere rifinito con materiali argentati, dorati o bianchi [23](#page=23) [27](#page=27).
##### 1.1.5.4 Griglia (a nido d'ape)
La griglia, che può essere montata su parabole o softbox (in questo caso avrà una forma quadrata), ha la funzione di migliorare la separazione cromatica nell'immagine, rendendo i toni più netti. La qualità della luce, se morbida, rimane invariata; ciò che cambia è il grado di definizione dei toni [23](#page=23) [27](#page=27).
##### 1.1.5.5 Lente di Fresnel
La lente di Fresnel è uno strumento molto utilizzato in ambito cinematografico e teatrale. Il suo principale beneficio è la capacità di produrre una luce morbida, ideale per creare atmosfere ambientali, diffondendo la luce in modo uniforme e controllato [23](#page=23) [28](#page=28).
##### 1.1.5.6 Centralizzatore ottico (occhio di bue)
Il centralizzatore ottico, noto anche come "occhio di bue", è frequentemente impiegato in teatro. Permette di ottenere un fascio di luce diretto e dispone di un diaframma integrato per regolarne l'intensità. È inoltre possibile inserire "GOBO", che sono piastrine metalliche con varie forme, da proiettare all'interno del fascio luminoso [23](#page=23) [28](#page=28).
* * *
# La percezione umana e le sue influenze sull'interpretazione visiva
La percezione visiva umana è un processo attivo e soggettivo di interpretazione della realtà, profondamente influenzato da fattori individuali ed esperienziali, a differenza della registrazione oggettiva di una fotocamera [1](#page=1).
### 2.1 Visione soggettiva e selettiva
La percezione visiva analizza il nostro rapporto con il mondo attraverso le immagini, innescando un processo interpretativo che non è una mera registrazione passiva. L'occhio umano, sebbene paragonabile a una macchina fotografica per il suo funzionamento, è il cervello a "vedere" e interpretare le informazioni visive basandosi sulle esperienze passate. Questo rende la visione umana intrinsecamente soggettiva e selettiva, diversamente dalla registrazione oggettiva della fotografia. L'interpretazione di un'immagine è quindi fortemente influenzata dal livello culturale e dagli interessi individuali dello spettatore [1](#page=1) [2](#page=2).
#### 2.1.1 Esperimenti sulla percezione
Numerosi esperimenti hanno evidenziato questa soggettività. Ad esempio, uno studio condotto con elettrodi e telecamere oculari ha dimostrato che individui diversi focalizzano la loro attenzione su differenti parti della stessa immagine, a seconda delle domande poste o della loro acculturazione. Il retaggio culturale si è dimostrato direttamente proporzionale alla velocità e specificità con cui un'immagine viene "letta" e interpretata [1](#page=1) [7](#page=7).
#### 2.1.2 "Cosa si vede dalla finestra?"
Un test pratico, incentrato sull'identificazione di elementi in una scena vista da una finestra, ha ulteriormente illustrato la soggettività percettiva. Persone appartenenti a diverse professioni hanno notato dettagli specifici: l'architetto ha individuato una torretta, l'ingegnere degli occhi tamponati e il cuoco una pasticceria [5](#page=5) [6](#page=6).
#### 2.1.3 Test a cadenza temporale
Un secondo esperimento ha analizzato la velocità di identificazione di immagini ambigue proiettate a diverse cadenze temporali (1/30", 1/4", 2"). I risultati hanno dimostrato che la rapidità con cui si riconosce un'immagine varia in base al retaggio culturale dello spettatore e alla velocità di proiezione dell'immagine stessa [7](#page=7) [8](#page=8).
### 2.2 Le illusioni ottiche
Le illusioni ottiche rappresentano inganni visivi in cui occhio e cervello possono essere tratti in errore. Esse dimostrano efficacemente come la percezione sia un processo attivo di ricostruzione della realtà, piuttosto che una semplice registrazione passiva [2](#page=2).
#### 2.2.1 Figure reversibili
Queste figure offrono due o più rappresentazioni possibili e ugualmente valide, che possono essere percepite alternativamente. Esempi noti includono la Coppa di Rubin, il Cubo di Necker e l'illustrazione "Mia moglie e mia suocera" di William Hill [2](#page=2) [3](#page=3).
#### 2.2.2 Figure impossibili
Si tratta di oggetti che, pur essendo disegnabili bidimensionalmente, non possono esistere in uno spazio tridimensionale reale. Esempi classici sono il triangolo di Penrose e il "Belvedere" di M.C. Escher [3](#page=3).
#### 2.2.3 Illusioni di distorsione
* **Orizzontale-verticale:** Una linea verticale tende ad apparire più lunga di una linea orizzontale di pari lunghezza [3](#page=3).
* **Hering:** In presenza di uno sfondo specifico, linee inizialmente parallele possono sembrare incurvarsi [3](#page=3).
* **Müller-Lyer:** Una linea con frecce rivolte verso l'interno appare più lunga rispetto a una linea con frecce rivolte verso l'esterno, a parità di lunghezza [4](#page=4).
* **Ponzo:** Due rettangoli di identica dimensione sembrano avere lunghezze differenti se posizionati all'interno di linee convergenti, similmente a come appaiono i binari di un treno in prospettiva [4](#page=4).
L'interpretazione di queste distorsioni è legata al modo in cui il cervello utilizza le informazioni prospettiche per giudicare distanze e profondità. Questo meccanismo tende ad espandere gli angoli interni e restringere quelli esterni, un effetto che trova riscontro anche in fotografia [4](#page=4).
### 2.3 La percezione fotografica: un confronto
La macchina fotografica, pur funzionando come un "occhio tecnico", possiede capacità visive che vanno oltre quelle umane. A differenza della visione umana stereoscopica, la visione della fotocamera è monoscopica, piatta e priva di percezione intrinseca di profondità. Tuttavia, può essere ingannevolmente ampliata o compressa attraverso l'uso di diverse lunghezze focali [10](#page=10) [1](#page=1) [3](#page=3) [5](#page=5).
#### 2.3.1 Creazione artificiale di profondità
In fotografia, l'effetto di profondità viene creato artificialmente attraverso diverse tecniche:
* Presentazioni prospettiche e contrasto tra luci e ombre [3](#page=3).
* Utilizzo sapiente di luce laterale o in controluce, che genera ombre estese e accentua le texture [3](#page=3).
* Interazione tra lunghezza focale, distanza di ripresa e estensione della profondità di campo [1](#page=1) [3](#page=3).
#### 2.3.2 Ottiche e prospettiva
La scelta dell'ottica è cruciale nell'influenzare la prospettiva percepita:
* **Obiettivo "normale":** Ha una lunghezza focale simile alla diagonale del formato del sensore (es. 50mm per il 24x36mm) e offre una prospettiva vicina a quella dell'occhio umano [4](#page=4).
* **Grandangolari:** Con lunghezze focali inferiori alla diagonale del formato, aumentano il campo visivo ed esasperano il rapporto tra piani vicini e lontani, ingigantendo il primo piano e rimpicciolendo lo sfondo. Richiedono un uso "in bolla" per evitare la convergenza delle linee verticali [4](#page=4) [5](#page=5).
* **Teleobiettivi:** Con lunghezze focali maggiori, restringono il campo visivo, ingrandiscono l'immagine e comprimono i piani, avvicinando visivamente i soggetti lontani [4](#page=4) [5](#page=5).
Il fotografo può inoltre scegliere tra diverse prospettive, tra cui la rettilinea accademica (linee rette rimangono rette), quella reale (dove la convergenza verticale non è un difetto), la cilindrica (prodotta da fotocamere panoramiche a ottica rotante) e la sferica (tipica dei fish-eye) [9](#page=9).
#### 2.3.3 Profondità di campo e diaframma
La profondità di campo, ovvero l'estensione di nitidezza desiderata nell'immagine, è regolata principalmente dal diaframma [11](#page=11) [12](#page=12).
* **Per diminuirla:** Aprire il diaframma, usare un teleobiettivo, avvicinarsi al soggetto [11](#page=11).
* **Per aumentarla:** Chiudere il diaframma, usare un grandangolare, allontanarsi dal soggetto [11](#page=11).
Il diaframma, composto da lamelle concentriche, non solo regola la quantità di luce ma influenza significativamente la profondità di campo. I valori "f" (es. f/1.4, f/2.8) indicano l'apertura; un numero più basso corrisponde a una maggiore luminosità [12](#page=12).
#### 2.3.4 Resa cromatica e adattamento
A differenza dell'occhio umano, che si adatta automaticamente alle diverse temperature di colore della luce, la fotocamera richiede un bilanciamento del bianco impostato correttamente per ottenere una resa cromatica fedele. Le pellicole a colori e le tecnologie digitali hanno rivoluzionato la capacità di catturare e riprodurre il colore, ma l'interpretazione finale resta legata alle scelte del fotografo [16](#page=16) [17](#page=17).
> **Tip:** La fotografia, per sua natura, manipola la percezione della realtà attraverso scelte creative come prospettiva, lunghezza focale, tempo di esposizione e diaframma. Comprendere queste influenze è fondamentale per interpretare criticamente le immagini [18](#page=18).
* * *
La visione umana percepisce la realtà come una sequenza di scene dinamiche, a differenza della fotografia che cattura un singolo istante congelato nel tempo [21](#page=21).
### 2.1 Storia ed innovazioni chiave nella fotografia
Il 1888 è considerato un anno cruciale per i progressi fotografici. I fratelli Lumière furono pionieri nell'inventare una fotocamera capace di bloccare il movimento e sviluppare successivamente la fotografia a colori utilizzando la fecola di patate. Jules Marey, un medico, contribuì significativamente allo studio del movimento con l'invenzione del "fucile fotografico" e del cronografo per catturare sequenze di immagini. Eadweard Muybridge è celebre per aver impiegato ventiquattro fotocamere per dimostrare, attraverso una scommessa, che un cavallo al galoppo solleva contemporaneamente tutte le sue zampe in un preciso momento, anticipando con le sue sequenze fotografiche l'avvento del cinema. Erik Salomon, noto come Ermanox, rivoluzionò il fotogiornalismo politico utilizzando una fotocamera Ermanox, tenuta nascosta sotto la giacca per scatti spontanei. Oskar Barnack, con la progettazione della Ur-Leica e poi della Leica I nel 1925, introdusse la prima fotocamera a pellicola da 35mm prodotta in serie, rendendo la fotografia portatile e discreta e dando vita al fotogiornalismo e alla street photography. Fotocamere di alta qualità come Hasselblad e Rolleiflex, quest'ultima nota per l'ottica fissa e lo scatto quasi impercettibile, divennero importanti strumenti. La Polaroid SX-70 Aladino, lanciata nel 1972, segnò l'introduzione della prima fotocamera istantanea con messa a fuoco automatica che produceva la foto immediatamente. La fotografia digitale ebbe inizio nel 1981 con la MAVICA (Magnetic Video Camera), capace di registrare fino a 50 foto su floppy disk. Inizialmente, si riteneva la fotografia un mezzo intrinsecamente oggettivo, ma si scoprì che molte immagini storiche, come quella di Rosenthal a Iwo Jima, erano in realtà delle messe in scena a causa dei lunghi tempi di esposizione [21](#page=21) [5](#page=5).
### 2.2 Tipi di prospettiva e strumenti fotografici
La prospettiva reale rettilinea si ottiene utilizzando una fotocamera su treppiede senza inclinazioni, o impiegando fotocamere con movimenti come il decentramento (shift), essenziale in architettura per correggere la convergenza delle linee verticali. Questo tipo di prospettiva include anche il basculaggio (tilt/swing), che permette di estendere o ridurre il piano di messa a fuoco secondo la regola di Scheimpflug. La prospettiva cilindrica è impiegata per creare foto panoramiche attraverso l'unione di più fotogrammi. La prospettiva sferica, invece, utilizza lenti "fish-eye" per produrre un'immagine circolare caratterizzata da linee curve. Le microcamere, come la celebre Minox, sono esempi di fotocamere sub-miniaturizzate utilizzate storicamente come strumenti di spionaggio, in particolare durante la Guerra Fredda [21](#page=21).
* * *
# Tecniche di illuminazione e inquadratura per oggetti specifici
Questo capitolo esplora approcci specifici per l'illuminazione e l'inquadratura di diversi tipi di oggetti, dimostrando come variare le tecniche possa influenzare la resa finale dell'immagine [29](#page=29) [30](#page=30) [31](#page=31) [32](#page=32) [33](#page=33) [34](#page=34) [35](#page=35).
### 3.1 Principi generali di illuminazione e inquadratura
Le immagini vengono solitamente realizzate in uno studio, utilizzando uno sfondo bianco montato a "limbo", che crea una superficie continua priva di separazioni tra pavimento e parete. La scelta dell'illuminazione e dell'inquadratura dipende dalla natura dell'oggetto da fotografare e dall'effetto desiderato [29](#page=29) [30](#page=30) [31](#page=31) [32](#page=32) [33](#page=33) [34](#page=34) [35](#page=35).
### 3.2 Esempi di applicazioni per oggetti specifici
#### 3.2.1 Boccetta di profumo in vetro satinato
* **Materiali:** Corpo in vetro satinato, tappo con superficie liscia riflettente in plastica, rivestimenti cromati in rilievo, liquido all'interno [30](#page=30).
* **Workflow:**
* Inquadratura frontale all'altezza del piano di ripresa [30](#page=30).
* Un softbox con griglia è posizionato perpendicolarmente alla sinistra dell'oggetto, a 90 gradi rispetto alla fotocamera [30](#page=30).
* Un pannello bianco è posto perpendicolarmente alla destra dell'oggetto per riflettere la luce [30](#page=30).
* **Valori fotocamera:** $f11$, $1/125s$, $ISO 200$ [30](#page=30).
#### 3.2.2 Noce di cocco cava con disegno e occhiali da sole
* **Workflow:**
* L'oggetto viene fissato con mastice e fotografato con un'inquadratura di 3/4 [31](#page=31).
* Un softbox è posizionato perpendicolarmente a sinistra e un pannello bianco perpendicolarmente a destra [31](#page=31).
* Una torcia con parabola e gelatina rossa è puntata sul fondale per creare un effetto cromatico [31](#page=31).
* Viene simulata una caduta di gessetti per aggiungere dinamismo [31](#page=31).
* **Valori fotocamera:** $f8$, $1/100s$, $ISO200$ [31](#page=31).
#### 3.2.3 Paperella di gomma gialla con dettagli colorati
* **Workflow:**
* L'oggetto è posizionato perpendicolarmente alla fotocamera (di profilo) su una superficie plastificata trasparente [32](#page=32).
* Un softbox è posto perpendicolarmente a sinistra e un pannello bianco perpendicolarmente a destra [32](#page=32).
* Impostando un tempo di esposizione più lento e muovendo la superficie trasparente, l'oggetto appare mosso e sdoppiato, creando un effetto di movimento [32](#page=32).
* **Valori fotocamera:** $f22$, $1s$, $ISO200$ [32](#page=32).
> **Tip:** L'uso di tempi di esposizione lunghi in combinazione con il movimento dell'oggetto o della superficie di appoggio è una tecnica efficace per creare effetti di motion blur e dinamismo [32](#page=32).
#### 3.2.4 Base in legno triangolare con sferette di legno
* **Workflow (con illuminazione zenitale):**
* Inquadratura frontale, con la punta del triangolo rivolta verso la fotocamera [33](#page=33) [34](#page=34).
* Una torcia con parabola (e griglia) è puntata dall'alto in modo zenitale, illuminando direttamente l'oggetto e la composizione a piramide delle sferette [33](#page=33) [34](#page=34).
* **Valori fotocamera:** $f11$, $1/100s$, $ISO200$ [33](#page=33) [34](#page=34).
* **Workflow (con illuminazione zenitale e sfondo colorato):**
* Inquadratura frontale, con la punta del triangolo rivolta verso la fotocamera [34](#page=34).
* Una torcia con parabola (e griglia) è puntata dall'alto in modo zenitale [34](#page=34).
* Una seconda torcia con parabola e gelatina rossa è puntata sul fondale per ottenere un effetto rosso [34](#page=34).
* **Valori fotocamera:** $f11$, $1/100s$, $ISO200$ [34](#page=34).
#### 3.2.5 Boccetta di profumo in vetro trasparente (parallelepipedo tortile)
* **Descrizione oggetto:** Parallelepipedo tortile con tappo quadrato e piastrina con logo; contiene un liquido giallo-bruno [35](#page=35).
* **Workflow:**
* Inquadratura dall'alto (non zenitale), con l'oggetto posizionato nella porzione superiore dell'inquadratura [35](#page=35).
* Una torcia con parabola (con griglia) è posizionata dietro l'oggetto a 3/4, con un pannello nero usato per attenuare parzialmente la luce sulla parte sinistra [35](#page=35).
* Una seconda torcia con parabola (con griglia) è posta a 3/4 davanti all'oggetto, affiancata da un pannello bianco per far risaltare il logo sul tappo [35](#page=35).
* **Valori fotocamera:** $f16$, $1/100s$, $ISO200$ [35](#page=35).
> **Tip:** Per oggetti in vetro trasparente, è fondamentale gestire la luce in modo da far risaltare sia la forma che il contenuto, spesso utilizzando luci posizionate strategicamente dietro e di fronte, combinate con pannelli riflettenti o oscuranti [35](#page=35).
* * *
# Tipi di fotocamere e loro evoluzione
Questo capitolo esplora la vasta gamma di tipologie di fotocamere e la loro evoluzione storica e tecnologica, evidenziando le caratteristiche distintive di ciascuna.
### 4.1 Fotocamere reflex monobiettivo (SLR)
Le fotocamere reflex monobiettivo (Single-Lens Reflex - SLR) sono caratterizzate dalla presenza di uno specchio mobile all'interno del corpo macchina che devia la luce verso il mirino, permettendo la visualizzazione diretta dell'immagine attraverso l'obiettivo [17](#page=17).
#### 4.1.1 Caratteristiche principali delle SLR
* **Meccanismo di funzionamento:** Uno specchio a 45 gradi devia la luce proveniente dall'obiettivo verso un pentaprisma (o penta-specchio) e poi verso il mirino, consentendo la visione esatta di ciò che sarà registrato sull'immagine finale. Durante lo scatto, lo specchio si solleva per permettere alla luce di raggiungere il sensore o la pellicola, e il movimento dello specchio può causare vibrazioni (micromosso). Alcuni modelli offrono la funzione di pre-sollevamento dello specchio per minimizzare queste vibrazioni [17](#page=17).
* **Otturatore:** Generalmente è un otturatore a tendina, che può essere meccanico o elettronico [17](#page=17).
* **Formati:** Esistono in versioni analogiche (SRL) e digitali (DSLR), coprendo formati come Full Frame, APS-H, APS-C e Quattro Terzi [17](#page=17).
* **Fattore di crop:** Quando un obiettivo progettato per il formato Full Frame viene utilizzato su un sensore più piccolo (come APS-C), l'angolo di campo effettivo si riduce, comportandosi come un obiettivo con una focale più lunga (es. un 50mm su un sensore APS-C con fattore 1.6x diventa equivalente a un 80mm) [17](#page=17).
* **Tecnologie ottiche:** Le SLR richiedono obiettivi con schemi ottici specifici (retrofocus) per garantire che l'ottica non interferisca con il movimento dello specchio e per mantenere la corretta distanza tra l'obiettivo e il piano focale [17](#page=17).
* **Marchi e modelli:** Storicamente dominata da Nikon e Canon, il mercato vede ora la presenza anche di Sony, Pentax, Leica e Fuji [17](#page=17).
### 4.2 Fotocamere reflex biottiche (TLR)
Le fotocamere reflex biottiche (Twin-Lens Reflex - TLR) utilizzano due obiettivi accoppiati: uno per la visione e la messa a fuoco, e l'altro per la registrazione dell'immagine [17](#page=17).
#### 4.2.1 Caratteristiche principali delle TLR
* **Sistema ottico:** Presentano due obiettivi identici o con focali simili, montati uno sopra l'altro sulla stessa piastra. L'obiettivo superiore è collegato a un sistema di specchi e prismi che indirizzano l'immagine verso un mirino a pozzetto (situato all'altezza della cintura). L'immagine visualizzata è corretta prospetticamente ma invertita lateralmente [17](#page=17).
* **Vantaggi:** Offrono un otturatore centrale silenzioso, un peso ben distribuito e sono ideali per riprese basse o in mezzo alla folla. La visione costante sul vetro smerigliato facilita la composizione [17](#page=17).
* **Svantaggi:** Il principale svantaggio è il problema di parallasse nelle riprese ravvicinate, dove i campi inquadrati dai due obiettivi non coincidono perfettamente [17](#page=17).
* **Formato:** Tipicamente utilizzano pellicola 120 o 220, generando negativi di formato 6x6 cm [17](#page=17).
* **Marchi e modelli iconici:** La Rolleiflex è un modello emblematico, così come la Mamiya C330 professional S [17](#page=17).
### 4.3 Fotocamere di medio formato
Le fotocamere di medio formato utilizzano pellicole in rullo di larghezza maggiore rispetto al formato 35mm, offrendo un salto qualitativo significativo in termini di immagine [17](#page=17).
#### 4.3.1 Caratteristiche delle fotocamere di medio formato
* **Formato:** Utilizzano pellicola larga 6,2 cm (tipo 120 o 220), producendo negativi con dimensioni che variano da 4,5x6 cm a 6x9 cm [17](#page=17).
* **Vantaggi:** Il principale vantaggio è una qualità d'immagine superiore, con una gamma cromatica e dinamica eccezionale, una maggiore leggibilità in condizioni di scarsa luce e una migliore gestione delle alte luci senza bruciature [17](#page=17).
* **Svantaggi:** Tendono ad essere più grandi e pesanti rispetto alle fotocamere di formato inferiore. Inoltre, le ottiche equivalenti per ottenere lo stesso angolo di campo di un grandangolo su sensori più piccoli risultano più lunghe, influenzando la profondità di campo [17](#page=17).
* **Marchi e modelli:** Hasselblad è leader indiscusso in questo segmento, con modelli come la 500C, 2000FC e la serie H digitale (H6D). Altri marchi includono Rolleiflex Fuji (GFX 50S), Phase One e Pentax (645Z) [17](#page=17) .
* **Tecnologie:** Possono impiegare otturatori a tendina o otturatori centrali integrati nell'obiettivo. Molti sistemi offrono magazzini intercambiabili, permettendo di cambiare formato o pellicola al volo [17](#page=17).
### 4.4 Fotocamere di grande formato a banco ottico
Le fotocamere di grande formato a banco ottico sono strumenti professionali di alta precisione, caratterizzati da ingombro e peso significativi [17](#page=17).
#### 4.4.1 Caratteristiche delle fotocamere a banco ottico
* **Struttura:** Costituite da un corpo mobile che permette movimenti micrometrici dello standard anteriore (port-obiettivo) e posteriore (porta-pellicola) [17](#page=17).
* **Movimenti:** I movimenti di basculaggio (tilt e swing) e decentramento (shift) sono fondamentali per controllare il piano di messa a fuoco e correggere le distorsioni prospettiche [17](#page=17).
* **Vantaggi:** Consentono la correzione delle linee cadenti, particolarmente utile in architettura, e un controllo preciso del piano di messa a fuoco inclinato per applicazioni come la macrofotografia, modificando prospettiva e distorsioni [17](#page=17).
* **Visione:** L'immagine sul vetro di messa a fuoco appare capovolta e invertita lateralmente, richiedendo un approccio metodico [17](#page=17).
* **Formati:** Utilizzano pellicola piana in vari formati analogici (es. 4"x5", 8"x10") e sono compatibili con dorsi digitali, sia one-shot, multi-shot che a scansione [17](#page=17).
* **Marchi e modelli:** Sinar è un produttore leader con modelli come il P2 e il P3DF digital focus. Altri marchi includono Linhof (M679) e Fatif [17](#page=17).
* **Tecnologie digitali:** Sistemi come il Sinar E si interfacciano con computer tramite sonde per regolare il piano di nitidezza, consentendo la creazione di file di grandi dimensioni tramite tecniche di "macroscan" [17](#page=17).
### 4.5 Fotocamere Field
Le fotocamere Field rappresentano una versione più portatile e compatta del grande formato, alcune delle quali possono essere utilizzate anche a mano libera grazie all'integrazione di mirini galileiani multifocali o telemetri. Spesso sono di tipo "folding", ovvero con base ribaltabile [17](#page=17).
#### 4.5.1 Caratteristiche delle fotocamere Field
* **Vantaggi:** La loro portabilità le rende più facili da trasportare, pur mantenendo la possibilità di utilizzare ampi movimenti di basculaggio e decentramento, come nel caso del Linhof Technikardan [17](#page=17).
* **Marchi e modelli:** Tra i modelli iconici si annoverano il Linhof Master Technika (folding) e il Linhof Technikardan 45 S (banco ottico ripiegabile). La Silvestri S4 è un esempio italiano noto per la sua robustezza e funzionalità di decentramento verticale [17](#page=17).
### 4.6 Fotocamere panoramiche
Le fotocamere panoramiche sono progettate per catturare immagini con un angolo di campo estremamente ampio, spesso utilizzando un meccanismo di ottica rotante [17](#page=17).
#### 4.6.1 Caratteristiche delle fotocamere panoramiche
* **Resa prospettica:** Tendono a produrre una prospettiva cilindrica, dove le linee orizzontali possono apparire curve verso i margini dell'immagine [17](#page=17).
* **Utilizzo:** Sono ideali per paesaggi, ma il loro utilizzo si estende anche ad altri generi fotografici per scopi creativi [17](#page=17).
* **Caratteristiche:** Spesso sono dispositivi complessi, privi di automatismi e generalmente costosi [17](#page=17).
* **Formati:** Possono utilizzare sia pellicola 135 che 120 [17](#page=17).
* **Marchi e modelli analogici:** Esempi includono l'Horizon/Horizont (russa, 120°), Widelux (giapponese, 140°), Noblex (tedesca, 120°), Globuscope e Roundshot (360°) [17](#page=17).
* **Tecnologie digitali:** La funzione panoramica è ora integrata in molti smartphone e action cam. Esistono fotocamere digitali native a 360° come la Nikon KeyMission e la Ricoh Theta, oltre a modelli professionali come la Seitz Roundshot D3 con 300 megapixel [17](#page=17).
* **Accessori:** Possono essere utilizzate teste motorizzate o meccaniche per creare sequenze di scatti da unire in post-produzione, simulando l'effetto panoramico [17](#page=17).
### 4.7 Fotocamere "Panorama"
Queste fotocamere si differenziano dalle "panoramiche" per la loro resa prospettica, che è rettilinea accademica o reale, e per il formato stretto e lungo del negativo (es. 6x12, 6x17, 24x65) [17](#page=17).
#### 4.7.1 Caratteristiche delle fotocamere "Panorama"
* **Marchi e modelli:** Tra i modelli noti figurano Hasselblad X-Pan, Fuji GX 6x17, Linhof Technorama e Silvestri T30/H25 [17](#page=17).
* **Tecnologie:** Spesso impiegano obiettivi supergrandangolari intercambiabili e offrono la possibilità di decentramento [17](#page=17).
### 4.8 Fotocamere stereo
Le fotocamere stereo sono progettate per acquisire immagini tridimensionali sfruttando il principio della parallasse, simulando la visione binoculare [17](#page=17).
#### 4.8.1 Caratteristiche delle fotocamere stereo
* **Funzionamento:** Utilizzano due obiettivi accoppiati, posizionati a una distanza simile a quella interpupillare umana (circa 65mm). Ogni obiettivo cattura un'immagine leggermente diversa, che, se visualizzate con appositi visori, creano l'effetto di profondità [17](#page=17).
* **Marchi e modelli analogici:** Il brevetto iniziale risale al 1852 (fratelli Dancer). Altri modelli includono la Kodak Stereo Camera, l'Iso Duplex (italiana), Realist e Nimslo 3D [17](#page=17).
* **Accessori:** Esistono barre per montare due fotocamere affiancate o accessori ottici frontali da applicare a reflex [17](#page=17).
### 4.9 Fotocamere aeree
Le fotocamere aeree sono nate come apparecchi specialistici per riprese dall'alto, caratterizzati da dimensioni notevoli e comandi adatti all'uso con guanti [17](#page=17).
#### 4.9.1 Evoluzione delle fotocamere aeree
* **Origini:** Erano strumenti pesanti con mirini a traguardo o ottici [17](#page=17).
* **Modernità:** Oggi, la fotografia aerea viene svolta principalmente con reflex digitali standard o, sempre più frequentemente, con droni (Aeromobili a Pilotaggio Remoto - APR) [17](#page=17).
* **Regolamentazione:** L'uso dei droni è soggetto a normative specifiche in molti paesi, come quelle dell'ENAC in Italia (massimo 150m di altezza e 50m dalle persone) [17](#page=17).
* **Marchi di droni:** DJI (Phantom, Inspire), Parrot, Lehmann e Storm sono alcuni dei principali produttori [17](#page=17).
### 4.10 Fotocamere subacquee
Queste fotocamere sono progettate per resistere all'ambiente acquatico e permettere la registrazione di immagini sott'acqua [17](#page=17).
#### 4.10.1 Caratteristiche delle fotocamere subacquee
* **Origini:** Il primo progetto risale al 1892 (fratelli Boutan) [17](#page=17).
* **Marchi e modelli analogici:** La Nikon Nikonos (serie I-V) è stata una fotocamera compatta e robusta, con ottiche intercambiabili, utilizzabile sia sott'acqua che in superficie. La messa a fuoco era stimata [17](#page=17).
* **Ottiche sott'acqua:** L'indice di rifrazione dell'acqua riduce l'angolo di campo di circa il 30% [17](#page=17).
* **Marchi e modelli digitali:** La Nikonos RS è stata la prima reflex subacquea con autofocus [17](#page=17).
* **Accessori:** Le custodie subacquee (scafandrature) permettono di utilizzare anche fotocamere non specificamente progettate per l'immersione, riportando i comandi all'esterno [17](#page=17).
### 4.11 Fotocamere a sviluppo istantaneo
Le fotocamere a sviluppo istantaneo, rese celebri da Polaroid, producono immagini sviluppate poco dopo lo scatto [17](#page=17).
#### 4.11.1 Evoluzione delle fotocamere a sviluppo istantaneo
* **Origini:** Il primo modello fu presentato da Edwin Land (Polaroid) nel 1948 [17](#page=17) [95](#page=95).
* **Processo:** Il sistema si basa sul trasferimento per diffusione tra una pellicola fotosensibile e una carta non sensibilizzata. I tempi di sviluppo si sono progressivamente ridotti [17](#page=17).
* **Evoluzione cromatica:** Dalla pellicola seppia, si è passati al bianco-nero e poi al colore con il sistema Polacolor nel 1962 [17](#page=17).
* **Modelli iconici:**
* **Modello 100 (filmpack):** Introdotto l'automatismo di esposizione e lo sviluppo esterno alla fotocamera [17](#page=17).
* **SX-70:** Una reflex pieghevole e compatta, autosviluppante, con immagini a colori che apparivano in pochi minuti grazie all'azione dei raggi UV. È stata definita "il prodotto consumer più sofisticato e innovativo del suo tempo" e utilizzata da artisti come Andy Warhol [17](#page=17) .
* **SLR 680/690:** Utilizzano pellicole tipo 600, con autofocus sonar e flash integrato [17](#page=17).
* **Crisi e rilancio:** L'avvento del digitale portò Polaroid al fallimento. Il progetto "The Impossible Project" ha permesso la ripresa della produzione di pellicole compatibili [17](#page=17).
* **Concorrenza:** Kodak fu inizialmente un concorrente, poi sconfitto da Polaroid. Altri produttori includono Fuji (con le popolari Instax) e Leica (Sofort) [17](#page=17).
* **Prodotti digitali:** Polaroid ha lanciato anche modelli digitali come Socialmatic, Snap e PIC-300 [17](#page=17).
### 4.12 Fotocamere Mirrorless
Le fotocamere mirrorless eliminano il sistema a specchio delle reflex, offrendo compattezza e vantaggi tecnologici significativi [17](#page=17).
#### 4.12.1 Caratteristiche delle fotocamere mirrorless
* **Visualizzazione:** L'immagine viene visualizzata tramite un mirino elettronico (EVF) o lo schermo LCD [17](#page=17).
* **Vantaggi:** La loro principale caratteristica è la compattezza e la leggerezza, dovute all'assenza dello specchio e del pentaprisma, che consente anche la progettazione di obiettivi più piccoli. Offrono inoltre un'elevata qualità d'immagine [17](#page=17).
* **Svantaggi:** Il mirino elettronico richiede attivazione e può presentare un leggero ritardo, e il consumo delle batterie tende ad essere più rapido [17](#page=17).
* **Formati e marchi:** Sono disponibili in formati come Micro Quattro-Terzi (Olympus, Panasonic) APS (Fuji) e Full Frame (Sony Alpha) [17](#page=17).
* **Tecnologie specifiche:** Alcuni produttori offrono sistemi di visione ibrida (galileiano/elettronico). Tecnologie come il "pixel-shift" permettono di ottenere file ad altissima risoluzione combinando più scatti [17](#page=17).
* **Medio formato mirrorless:** Modelli come l'Hasselblad X1D e la Fuji GFX 50S introducono il medio formato nel mondo mirrorless [17](#page=17).
### 4.13 Microcamere
Le microcamere sono fotocamere miniaturizzate, storicamente sviluppate per scopi di discrezione e spionaggio, ma evolutesi in dispositivi di alta precisione [17](#page=17).
#### 4.13.1 Caratteristiche delle microcamere
* **Origini:** Nate per essere discrete e spesso camuffate (es. in libri, orologi) in un'epoca in cui le fotocamere erano ingombranti [17](#page=17).
* **Evoluzione:** Con il progresso tecnologico, sono diventate apparecchi miniaturizzati di alta precisione [17](#page=17).
* **Formati:** Tradizionalmente utilizzano pellicola 16mm, con negativi di formato 12x17mm [17](#page=17).
* **Marchi e modelli:** La Minox è un nome celebre, considerata la "Rolls Royce delle microcamere". Altri includono Minolta, Rollei e la Pentax 110 (una reflex a ottiche intercambiabili) [17](#page=17).
* **Kodak Pocket Instamatic:** Sebbene non strettamente una microcamera, il sistema 110 di Kodak fu un successo amatoriale per la sua semplicità, leggerezza ed economicità [17](#page=17).
* **Digitale:** Le microcamere digitali oggi sono integrate negli smartphone, nelle action-cam o continuano ad esistere in versioni camuffate [17](#page=17).
### 4.14 Fotocamere Smart / Smartphone
Gli smartphone sono diventati dispositivi multifunzionali dove la fotocamera ha assunto un ruolo prioritario, rivoluzionando la fotografia per la sua immediatezza e condivisibilità [17](#page=17).
#### 4.14.1 Tecnologie e impatto degli smartphone fotografici
* **Funzione prioritaria:** La fotografia negli smartphone ha superato la sua funzione originaria di documentazione, diventando uno strumento di espressione sociale e condivisione istantanea [17](#page=17).
* **Tecnologie:**
* **Sony Xperia:** Si distingue per autofocus predittivo e sensori performanti [17](#page=17).
* **LG G5:** Offre moduli aggiuntivi per migliorare l'ergonomia e una doppia fotocamera (standard e grandangolare) [17](#page=17).
* **OPPO:** Implementa stabilizzatori a tre assi sul sensore [17](#page=17).
* **Huawei P9/P10:** Collaborazioni con Leica, doppie fotocamere con sensori monocromatico e a colori, autofocus avanzato e funzioni dedicate alla ritrattistica [17](#page=17).
* **Motorola/Hasselblad MOTOZ:** Consente l'aggancio di moduli fotocamera aggiuntivi, come quello Hasselblad con zoom ottico 10x [17](#page=17).
* **Apple iPhone 7:** Dotato di ottica luminosa f/1.8, zoom ottico 2x e autofocus con tecnologia Focus Pixel [17](#page=17).
* **Samsung Galaxy S8:** Caratterizzato da Smart Auto Focus, ottica f/1.7 e modalità Pro manuale [17](#page=17).
* **Accessori:** Sono disponibili accessori ottici di alta qualità, come gli obiettivi Zeiss ExoLens per iPhone [17](#page=17).
* **Sistemi operativi:** iOS e Android dominano il mercato, con iOS noto per la sua interfaccia grafica e vasta disponibilità di app, e Android per la sua maggiore flessibilità. Windows Phone è in declino [17](#page=17).
* **Futuro:** La tendenza è verso la realtà aumentata e mista, con la possibilità che le tecnologie wearable giochino un ruolo sempre più importante [17](#page=17).
* * *
# Effetti delle lunghezze focali sulla percezione delle proporzioni
La lunghezza focale di un obiettivo fotografico ha un impatto significativo sulla percezione delle proporzioni e della profondità all'interno di un'immagine. Questo fenomeno è strettamente legato al modo in cui il cervello umano elabora le informazioni visive e come la fotocamera, attraverso diverse ottiche, può alterare o enfatizzare tali percezioni [13](#page=13) [15](#page=15) [9](#page=9).
### 5.1 Lenti e prospettiva
Le ottiche fotografiche si differenziano principalmente per la loro lunghezza focale, che determina il campo angolare inquadrato e, di conseguenza, la prospettiva percepita [15](#page=15).
#### 5.1.1 Obiettivo "normale"
L'obiettivo "normale" ha una lunghezza focale convenzionalmente equiparata alla diagonale del formato della pellicola o del sensore. Per un formato 24x36mm (full frame), questo corrisponde tipicamente a 50mm. Un obiettivo normale offre una prospettiva che è considerata vicina a quella dell'occhio umano cercando di mantenere le proporzioni relative tra gli oggetti in modo simile a come le percepiamo naturalmente [15](#page=15).
#### 5.1.2 Grandangolari
Gli obiettivi con lunghezza focale inferiore alla diagonale del formato sono definiti grandangolari. Essi aumentano il campo visivo e tendono a esasperare il rapporto tra i piani vicini e lontani. Questo significa che gli oggetti in primo piano appaiono ingigantiti, mentre lo sfondo appare rimpicciolito. L'uso di un grandangolo richiede attenzione per evitare la convergenza delle linee verticali, che può distorcere la percezione delle dimensioni e della verticalità degli oggetti [15](#page=15).
#### 5.1.3 Teleobiettivi
I teleobiettivi hanno una lunghezza focale maggiore della diagonale del formato. Questi obiettivi restringono il campo visivo, ingrandiscono l'immagine e "schiacciano" i piani, facendo apparire i soggetti lontani più ravvicinati di quanto non siano in realtà. Questa compressione dei piani può alterare la percezione delle distanze e delle proporzioni relative tra gli oggetti inquadrati [15](#page=15) [9](#page=9).
#### 5.1.4 Tipi di ottiche speciali
Oltre agli obiettivi normali, grandangolari e teleobiettivi, esistono diverse ottiche speciali che influenzano la percezione delle proporzioni in modi unici:
* **Zoom/Transfocatori**: Consentono di variare la lunghezza focale dinamicamente, offrendo flessibilità interpretativa ma a volte con un compromesso sulla qualità dell'immagine [15](#page=15).
* **Catadiottrici (Reflex)**: Utilizzano specchi per ridurre peso e lunghezza, ma non hanno diaframma [15](#page=15).
* **Fish-eye**: Offrono un campo visivo estremamente ampio (180° o più) con una tipica deformazione sferica. Questo altera radicalmente la percezione delle linee rette e delle proporzioni [15](#page=15).
* **Decentrabili/Basculabili (Tilt-Shift)**: Permettono di correggere il parallelismo delle linee (decentramento) o di inclinare il piano di messa a fuoco (basculaggio). Il decentramento è fondamentale per correggere le linee cadenti in architettura e mantenere la prospettiva rettilinea accademica [15](#page=15) [17](#page=17).
* **Macro**: Progettati per la messa a fuoco a distanze molto brevi, permettono di esaltare i dettagli ma possono influenzare la percezione delle proporzioni a causa della vicinanza estrema [15](#page=15).
* **UV**: Lenti sensibili alle radiazioni ultraviolette, non influenzano direttamente la percezione delle proporzioni visibili [15](#page=15).
### 5.2 Profondità di campo e diaframma
La profondità di campo (DOF), ovvero l'area dell'immagine che risulta nitida, è un altro fattore cruciale che influisce sulla percezione dello spazio e delle proporzioni. La DOF è determinata da quattro fattori principali [15](#page=15) [9](#page=9):
* **Apertura del diaframma**: Un diaframma più chiuso (valore "f" più alto) aumenta la profondità di campo, rendendo nitidi sia gli oggetti vicini che quelli lontani. Al contrario, un diaframma più aperto (valore "f" più basso) riduce la profondità di campo, sfocando lo sfondo e isolando il soggetto. Questo effetto di sfocatura dello sfondo (bokeh) può influenzare la percezione della distanza tra il soggetto e lo sfondo [15](#page=15) [9](#page=9).
* **Grandezza del sensore/formato della pellicola**: Formati di sensore più grandi tendono ad avere una profondità di campo minore a parità di altre condizioni [15](#page=15) [9](#page=9).
* **Lunghezza focale usata**: Come discusso in precedenza, i teleobiettivi riducono la profondità di campo rispetto ai grandangolari [15](#page=15) [9](#page=9).
* **Vicinanza dal soggetto**: Minore è la distanza dal soggetto, minore sarà la profondità di campo [15](#page=15) [9](#page=9).
#### 5.2.1 Regolazione della profondità di campo
Per diminuire la profondità di campo (sfocare lo sfondo), si raccomanda di aprire il diaframma, usare un teleobiettivo, avvicinarsi al soggetto e, in generale, usare macchine di grande formato. Al contrario, per aumentarla (mantenere tutto nitido), si dovrebbe chiudere il diaframma, usare un grandangolare, allontanarsi dal soggetto e utilizzare fotocamere di piccolo formato [15](#page=15).
### 5.3 Tipi di prospettiva fotografica
Il fotografo può scegliere tra diversi tipi di prospettiva, ciascuno con un impatto diverso sulla percezione delle proporzioni e dello spazio [15](#page=15):
* **Rettilinea accademica**: Caratterizzata da linee rette che rimangono rette e linee verticali parallele. Si ottiene con una fotocamera "in bolla" e l'uso del decentramento verticale. Questo tipo di prospettiva è la più fedele alla percezione spaziale umana in condizioni ideali [15](#page=15).
* **Rettilinea reale**: Simile alla rettilinea accademica, ma la convergenza delle linee verticali non è necessariamente considerata un difetto [15](#page=15).
* **Cilindrica**: Tipica delle fotocamere panoramiche con ottica rotante. Le linee orizzontali e verticali appaiono curve, eccetto al centro dell'immagine. Questo tipo di prospettiva può estendere artificialmente la percezione della larghezza di una scena [15](#page=15) [7](#page=7).
* **Sferica**: Caratteristica degli obiettivi fish-eye, dove tutte le linee rette, eccetto quelle radiali, appaiono curve. Questo tipo di prospettiva crea una forte distorsione visiva, alterando radicalmente le proporzioni degli oggetti [15](#page=15).
> **Tip:** La scelta della lunghezza focale e la gestione della profondità di campo sono strumenti potenti per guidare l'occhio dell'osservatore e comunicare l'atmosfera e le dimensioni spaziali desiderate in una fotografia. Un uso sapiente di questi elementi permette al fotografo di manipolare la percezione delle proporzioni e della realtà [18](#page=18).
* * *
Le lunghezze focali dell'obiettivo di una fotocamera influenzano significativamente la percezione delle dimensioni e delle distanze relative degli oggetti in una scena, modificando il modo in cui i piani immagine vengono registrati e interpretati dall'occhio umano [36](#page=36).
### 5.1 La relazione tra lunghezza focale e prospettiva
La lunghezza focale di un obiettivo determina l'angolo di campo e, di conseguenza, la prospettiva con cui una scena viene inquadrata [36](#page=36).
#### 5.1.1 Obiettivi grandangolari
Gli obiettivi con lunghezze focali inferiori ai 50 mm (riferiti a un sensore full-frame) sono considerati grandangolari. Questi obiettivi tendono a separare i piani immagine, facendo apparire gli oggetti in primo piano più grandi rispetto a quelli sullo sfondo e accentuando le distanze percepite [36](#page=36).
> **Tip:** L'uso di un obiettivo grandangolare può creare un effetto di "allontanamento" o "iperrealismo", distorcendo sottilmente le proporzioni naturali per enfatizzare la profondità e la vastità della scena [36](#page=36).
* **Effetto sulle proporzioni:** Un grandangolo può far sembrare due oggetti di dimensioni molto diverse più simili tra loro se posti a distanze differenti nella scena, poiché enfatizza la separazione dei piani [36](#page=36).
#### 5.1.2 Obiettivi normali e teleobiettivi
Gli obiettivi con lunghezze focali intorno ai 50 mm (per sensori full-frame) sono spesso definiti "normali" perché simulano la prospettiva dell'occhio umano. I teleobiettivi, invece, hanno lunghezze focali superiori ai 50 mm [36](#page=36).
* **Effetto sui piani immagine:** I teleobiettivi tendono a "schiacciare" i piani immagine, riducendo la percezione della profondità e facendo apparire gli oggetti su piani diversi più vicini tra loro di quanto non siano in realtà. Questo effetto può rendere gli oggetti di dimensioni differenti più simili visivamente, annullando in parte la separazione dei piani creata dai grandangoli [36](#page=36).
> **Example:** Fotografia di ritratto: i teleobiettivi sono spesso preferiti per i ritratti perché minimizzano le distorsioni dei tratti del viso e comprimono lo sfondo, facendolo apparire più vicino al soggetto, creando un effetto piacevole e armonioso.
#### 5.1.3 Influenza sulla percezione visiva
La lunghezza focale selezionata dall'operatore fotografico non è solo una scelta tecnica, ma un potente strumento narrativo che modella la percezione dello spettatore [36](#page=36).
* **Alterazione della percezione spaziale:** Un grandangolo può dilatare lo spazio, mentre un teleobiettivo può comprimerlo, alterando così la percezione delle dimensioni relative e delle distanze tra gli elementi inquadrati [36](#page=36).
* **Similarità tra oggetti di diverse dimensioni:** L'uso strategico di diverse lunghezze focali può far apparire oggetti di dimensioni intrinsecamente diverse come proporzionalmente più simili, come nel caso di una bottiglia da 1.5 litri e una da 0.5 litri fotografate con un grandangolo, dove la separazione dei piani può creare una percezione di similarità [36](#page=36).
* * *
L'uso di specifiche lunghezze focali, in particolare del teleobiettivo, può alterare la percezione delle distanze e delle proporzioni tra i piani di un'immagine [37](#page=37).
### 5.1 Compressione dei piani con il teleobiettivo
L'impiego di un teleobiettivo in fotografia può portare a una compressione dei piani, alterando la percezione della distanza tra gli elementi in primo piano e quelli sullo sfondo. Questo avviene perché, a lunghezze focali maggiori, l'angolo di campo si riduce, facendo apparire gli oggetti più vicini e più distanti come se fossero più ravvicinati tra loro [37](#page=37).
> **Tip:** È fondamentale distinguere questo effetto dalla profondità di campo, che riguarda la nitidezza dei diversi piani nell'immagine [37](#page=37).
### 5.2 Fattori che regolano la profondità di campo
La profondità di campo, ovvero l'intervallo di distanze all'interno del quale i soggetti appaiono nitidi, è influenzata da quattro fattori principali [37](#page=37):
* L'apertura del diaframma [37](#page=37).
* La grandezza del sensore [37](#page=37).
* La lunghezza focale utilizzata [37](#page=37).
* La distanza dal soggetto [37](#page=37).
* * *
## Errori comuni da evitare
* Rivedete tutti gli argomenti accuratamente prima degli esami
* Prestate attenzione alle formule e definizioni chiave
* Praticate con gli esempi forniti in ogni sezione
* Non memorizzate senza comprendere i concetti sottostanti
Glossary
| Term | Definition |
|------|------------|
| Termine | Definizione |
| Lampeggiatore elettronico (Torcia) | Dispositivo di illuminazione artificiale che emette un lampo di luce intensa per fotografare. Può avere un generatore interno o esterno e spesso include una luce pilota per visualizzare l'effetto prima dello scatto. |
| Flash a slitta | Un tipo di lampeggiatore elettronico compatto che si monta direttamente sulla fotocamera, solitamente nella parte superiore tramite un "contatto caldo", per fornire illuminazione aggiuntiva. |
| Generatore (Unità di alimentazione) | Componente di un sistema di illuminazione fotografica che fornisce energia ai lampeggiatori elettronici. Alcuni generatori possono alimentare più lampeggiatori contemporaneamente, permettendo la regolazione dell'intensità per ciascuno. |
| Trigger | Dispositivo elettronico utilizzato per sincronizzare l'emissione del lampo del lampeggiatore con l'apertura dell'otturatore della fotocamera, permettendo la comunicazione tra i due apparecchi. |
| Softbox | Modificatore di luce che produce un'illuminazione morbida e omogenea, riducendo al minimo le ombre nette. È simile a un "bank" ma generalmente di dimensioni inferiori. |
| Bank | Un tipo di modificatore di luce, simile al softbox, ma che parte da dimensioni maggiori (tipicamente da 1 x 2 metri), utilizzato per creare una luce diffusa e uniforme su ampie aree. |
| Ombrello | Modificatore di luce, montabile sulla torcia o su stativo, che attenua la luce e rende le ombre meno incise. L'interno può essere di colore oro, bianco o argento per variare la qualità della luce riflessa. |
| Parabola | Modificatore di luce che concentra la luce in modo più diretto e direzionabile rispetto a un softbox. L'interno può essere argentato, dorato o bianco per influenzare la tonalità e la morbidezza della luce. |
| Griglia a nido d’ape | Accessorio montabile su parabole o softbox (con forma squadrata in quest'ultimo caso) che serve a rendere più netta la separazione cromatica sull'immagine, senza alterare la morbidezza della luce ma aumentandone l'incisione dei toni. |
| Lente di Fresnel | Lente utilizzata principalmente in ambito cinematografico e teatrale per produrre una luce morbida e diffusa in modo uniforme e controllato, ideale per creare atmosfere ambientali. |
| Centralizzatore ottico (Occhio di bue) | Dispositivo, molto usato in teatro, che genera un fascio di luce diretto e regolabile tramite un diaframma. Permette l'inserimento di GOBO per proiettare forme specifiche nel fascio luminoso. |
| GOBO | Piastrina metallica con forme predefinite che può essere inserita in un centralizzatore ottico per proiettare motivi o immagini nel fascio di luce. |
| Acculturazione | Il processo attraverso il quale un individuo acquisisce le caratteristiche culturali di un altro gruppo, influenzando la velocità e la specificità con cui si interpretano le immagini. |
| Campo Inquadrato | L'area di realtà catturata da una fotocamera, che segue forme geometriche precise (quadrato, rettangolare, circolare) e decontestualizza il soggetto dall'ambiente circostante. |
| Camera Oscura | Una stanza buia dotata di un piccolo foro attraverso cui la luce proietta un'immagine capovolta e invertita della realtà esterna su una parete opposta, considerata l'antenata della fotocamera. |
| Cronofotografia | Tecnica fotografica che registra sequenze di immagini per studiare il movimento, come dimostrato da Eadweard Muybridge con le sue celebri riprese di cavalli in movimento. |
| Diaframma | Componente di un obiettivo fotografico composto da lamelle che regola la quantità di luce che raggiunge il sensore o la pellicola, influenzando anche la profondità di campo. |
| Eliografia | Processo fotografico inventato da Joseph Nicéphore Niépce, che utilizzava il bitume di Giudea come sostanza fotosensibile per creare immagini permanenti. |
| Esperienza Passata | L'insieme delle conoscenze e dei ricordi accumulati da un individuo, che il cervello utilizza per interpretare le informazioni visive e dare un significato alle immagini. |
| Fattore di Crop | Un parametro che indica come l'angolo di campo di un obiettivo viene ridotto quando montato su un sensore più piccolo rispetto al formato Full Frame, modificando la lunghezza focale effettiva. |
| Figure Impossibili | Rappresentazioni bidimensionali di oggetti che non possono esistere nella realtà tridimensionale, come il triangolo di Penrose o il "Belvedere" di Escher, che sfidano la nostra percezione spaziale. |
| Figure Reversibili | Immagini che presentano due possibili interpretazioni visive, entrambe ugualmente valide e che possono essere percepite alternativamente, come la Coppa di Rubin o il Cubo di Necker. |
| Fotografia Digitale | Processo fotografico che utilizza sensori elettronici per catturare e memorizzare immagini in formato digitale, eliminando la necessità di pellicola chimica. |
| Fotogiornalismo | Genere fotografico dedicato alla documentazione di eventi e notizie, spesso caratterizzato da scatti dinamici e spontanei, reso possibile da fotocamere più portatili come la Leica. |
| Limbo | Tecnica di allestimento del fondale che crea una superficie continua senza separazione visibile tra pavimento e parete, utilizzata per ottenere uno sfondo uniforme e privo di distrazioni. |
| Softbox con griglia | Un modificatore di luce che produce un'illuminazione morbida e diffusa, con la griglia che aiuta a dirigere la luce in modo più preciso e a ridurre la dispersione. |
| Pannello bianco | Superficie riflettente utilizzata per riempire le ombre e schiarire le aree scure dell'oggetto, contribuendo a bilanciare l'illuminazione generale e a definire meglio i dettagli. |
| Inquadratura frontale | Posizionamento della fotocamera direttamente di fronte all'oggetto, con l'obiettivo allineato al centro dell'oggetto stesso, per una visualizzazione diretta e simmetrica. |
| Inquadratura di 3/4 | Angolazione della fotocamera che mostra l'oggetto da una prospettiva laterale, rivelando sia la parte frontale che una porzione significativa del fianco, offrendo una maggiore percezione della profondità. |
| Torcia con parabola e gelatina rossa | Un'unità di illuminazione dotata di un riflettore parabolico per concentrare la luce e di una gelatina colorata (in questo caso rossa) per alterare la tonalità della luce, spesso utilizzata per creare effetti cromatici sul fondale. |
| Oggetto mosso e sdoppiato | Effetto visivo ottenuto impostando un tempo di esposizione prolungato e muovendo l'oggetto o la superficie su cui è appoggiato, creando un'immagine con un senso di movimento e duplicazione. |
| Illuminazione zenitale | Posizionamento della fonte di luce direttamente sopra l'oggetto, creando un'illuminazione dall'alto che può enfatizzare le texture e le forme tridimensionali. |
| Inquadratura dall'alto | Composizione fotografica in cui la fotocamera è posizionata sopra l'oggetto, guardando verso il basso, per offrire una prospettiva insolita e dettagliata della superficie superiore. |
| Pannello nero | Superficie assorbente utilizzata per creare ombre più profonde e definite, o per controllare riflessi indesiderati, contribuendo a scolpire l'oggetto e a migliorarne la tridimensionalità. |
| Fotocamera Reflex Biottica (TLR) | Fotocamera che combina la visione reflex con un sistema galileiano, utilizzando due obiettivi accoppiati: uno per la visione e uno per la ripresa. Offre un mirino a pozzetto per una visione all'altezza della cintura e un otturatore centrale silenzioso. |
| Fotocamera Medio Formato | Fotocamera che utilizza pellicola in rullo larga 6,2 cm (formati 120 o 220) per produrre negativi di dimensioni maggiori rispetto al formato 35mm, garantendo un salto qualitativo in termini di gamma cromatica e dinamica. |
| Fotocamera di Grande Formato a Banco Ottico | Attrezzatura fotografica professionale, ingombrante e di alta precisione, caratterizzata da corpi mobili con movimenti micrometrici (basculaggio e decentramento) per correggere prospettive, distorsioni e controllare il piano di messa a fuoco. |
| Fotocamera Field | Categoria di grande formato portatile e compatta, spesso "folding" (a base ribaltabile), che consente facili trasportabilità e l'uso di ampi movimenti di basculaggio e decentramento. |
| Fotocamera Panoramica | Fotocamera progettata per catturare immagini con un rapporto d'aspetto molto largo, spesso utilizzando un'ottica rotante per una resa prospettica cilindrica, ideale per paesaggi ma anche per usi creativi. |
| Fotocamera Panorama | Fotocamera che produce immagini con un formato stretto e lungo (es. 6x12, 6x17), caratterizzata da una resa prospettica rettilinea accademica, distinguendosi dalle panoramiche per il formato specifico. |
| Fotocamera Stereo | Fotocamera dotata di due obiettivi accoppiati, posizionati a una distanza simile a quella degli occhi umani, che registrano la realtà in tre dimensioni grazie alla parallasse, permettendo la visualizzazione in 3D. |
| Fotocamera a Sviluppo Istantaneo | Fotocamera che produce un'immagine sviluppata poco dopo lo scatto, basata su un processo di trasferimento per diffusione su carta, con modelli iconici come la Polaroid SX-70 che hanno rivoluzionato la fotografia accessibile. |
| Fotocamera Mirrorless | Fotocamera digitale che elimina il sistema a specchio delle reflex, visualizzando l'immagine tramite un mirino elettronico (EVF) o un monitor integrato, risultando più compatta e leggera. |
| Microcamera | Apparecchio fotografico miniaturizzato, originariamente progettato per la discrezione e il camuffamento, che con l'evoluzione tecnologica è diventato uno strumento di precisione di piccole dimensioni. |
| Otturatore a Tendina | Tipo di otturatore fotografico composto da lamelle che scorrono per controllare il tempo di esposizione, presente sia in versioni meccaniche che elettroniche. |
| Lunghezza Focale | La distanza tra il centro ottico di una lente (o sistema di lenti) e il suo fuoco. Nella fotografia, la lunghezza focale dell'obiettivo determina l'angolo di campo e l'ingrandimento dell'immagine, influenzando direttamente la percezione delle proporzioni e delle distanze. |
| Grandangolo | Un obiettivo con una lunghezza focale inferiore a quella "normale" (convenzionalmente 50mm per il formato 24x36mm). I grandangolari aumentano il campo angolare e tendono a esasperare il rapporto tra piani vicini e lontani, facendo apparire il primo piano ingigantito e lo sfondo rimpicciolito, alterando la percezione delle proporzioni. |
| Teleobiettivo | Un obiettivo con una lunghezza focale maggiore di quella "normale". I teleobiettivi restringono il campo angolare, ingrandiscono l'immagine e comprimono i piani, facendo apparire i soggetti lontani più ravvicinati e riducendo la percezione della profondità e delle proporzioni relative tra gli oggetti. |
| Compressione dei Piani | Un effetto ottico prodotto dai teleobiettivi in cui le distanze tra gli oggetti in primo piano, piano medio e sfondo vengono ridotte, facendo apparire gli elementi più vicini e più lontani come se fossero più vicini tra loro. Questo altera significativamente la percezione delle proporzioni e della profondità spaziale. |
| Esasperazione del Rapporto tra Piani | Un effetto ottico prodotto dai grandangolari in cui la distanza tra gli oggetti in primo piano e lo sfondo viene accentuata. Questo fa apparire gli oggetti vicini molto più grandi rispetto a quelli lontani, distorcendo la percezione delle proporzioni relative. |
| Campo Angolare | L'ampiezza della scena che un obiettivo è in grado di catturare. Obiettivi con lunghezze focali più corte (grandangolari) hanno un campo angolare più ampio, mentre obiettivi con lunghezze focali più lunghe (teleobiettivi) hanno un campo angolare più ristretto. |
| Prospettiva | La rappresentazione su una superficie bidimensionale di oggetti tridimensionali, tenendo conto della loro posizione e dimensione apparente in relazione all'osservatore. La lunghezza focale dell'obiettivo è uno dei fattori chiave che determinano la prospettiva in una fotografia. |
| Prospettiva Rettilinea Accademica | Un tipo di prospettiva in cui le linee rette rimangono rette e le linee verticali sono parallele. Si ottiene con una fotocamera "in bolla" e l'uso del decentramento verticale, mantenendo una rappresentazione fedele delle proporzioni e delle geometrie. |
| Prospettiva Cilindrica | Un tipo di prospettiva prodotta da fotocamere panoramiche a ottica rotante. In questa prospettiva, le linee orizzontali e verticali appaiono curve, ad eccezione di quelle che passano per il centro dell'immagine, influenzando la percezione delle proporzioni su un'ampia estensione. |
| Prospettiva Sferica | Tipica degli obiettivi fish-eye, in cui tutte le linee rette, eccetto quelle radiali, appaiono curve. Questo tipo di prospettiva distorce notevolmente le proporzioni e la forma degli oggetti, abbracciando un campo visivo molto ampio. |
| Profondità di Campo | L'area dell'immagine che risulta nitida. La lunghezza focale utilizzata è uno dei quattro fattori che regolano la profondità di campo; un teleobiettivo tende a ridurla, mentre un grandangolo tende ad aumentarla, influenzando la percezione della separazione tra i piani. |
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Summary
# Les origines et l'invention de la photographie
Voici une synthèse sur les origines et l'invention de la photographie, prête pour un examen.
## 1\. Les origines et l'invention de la photographie
L'invention de la photographie au XIXe siècle a marqué un tournant décisif dans la représentation du monde, passant de l'art pictural à une technique d'enregistrement visuel d'une précision inédite, donnant naissance à de nouveaux procédés et à des débats esthétiques [1](#page=1) [2](#page=2).
### 1.1 Les prémices de la photographie
#### 1.1.1 Premières expérimentations et l'héliographie de Niépce
Avant que la photographie ne devienne publique en 1839, des inventeurs exploraient déjà les moyens d'enregistrer des images lumineuses. Joseph Nicéphore Niépce est reconnu pour avoir réalisé la plus ancienne photographie conservée au monde en 1827, une héliographie intitulée "Point de vue de Gras à Saint-Loup-de-Varennes". Son objectif initial était de reproduire des gravures, mais ses travaux ont ouvert la voie à la photographie [1](#page=1).
#### 1.1.2 Louis Daguerre et le développement du daguerréotype
Louis Daguerre, homme de spectacle et intéressé par les phénomènes lumineux, s'est associé à Niépce dans le but de faire progresser l'héliographie. Après la mort de Niépce en 1833, Daguerre s'est approprié les avancées et a perfectionné son propre procédé, le daguerréotype [1](#page=1).
Le daguerréotype, annoncé au public en janvier 1839, consistait en une plaque de métal recouverte d'une couche d'argent sensible à la lumière, utilisée dans une "camera obscura". Ce procédé permettait d'obtenir une image en quelques minutes (environ 10 à 15 minutes). Les premières photographies obtenues étaient d'une exactitude et d'une définition remarquables, amenant les contemporains à les observer à la loupe pour apprécier les détails. Le daguerréotype produisait un négatif direct, une image miroitante et très détaillée [1](#page=1).
##### 1.1.2.1 La reconnaissance officielle et la diffusion du daguerréotype
La chambre des députés a accordé une rente à Daguerre pour la transmission de son procédé au monde, à l'exception de l'Angleterre, marquant ainsi le début d'une nouvelle profession. La mise en vente de la chambre photographique a eu lieu durant l'été 1839, engendrant un commerce autour de cette nouvelle technologie. Arago a joué un rôle dans la description et la diffusion du procédé [1](#page=1) [3](#page=3).
##### 1.1.2.2 L'esthétique et la perception du daguerréotype
Initialement, les daguerréotypes étaient comparés à des tableaux, des écrans miroitants. L'idée était que les objets naturels se reproduiraient parfaitement sur l'image, suscitant le concept d'images "Acheiropoietes" (images non faites de main d'homme). Des scientifiques comme Léon Foucault ont utilisé le procédé pour photographier des objets, comme une grappe de raisin [3](#page=3).
Les portraits réalisés en daguerréotype étaient particulièrement appréciés pour leur exactitude, leur précision et la finesse des détails, notamment le regard intense des sujets. Cependant, malgré cette qualité technique, peu de critiques d'art se sont penchés sur les qualités artistiques, les rendus ou la maîtrise de la composition [3](#page=3).
#### 1.1.3 Les autres inventeurs et procédés émergents
D'autres inventeurs travaillaient simultanément sur des procédés photographiques, témoignant de l'émergence simultanée de l'idée photographique [1](#page=1).
* **William Henry Fox Talbot**: En 1833, lors d'un voyage de noces, Talbot fut frustré de ne pas pouvoir dessiner avec la "camera lucida" et souhaita que l'image projetée puisse être enregistrée. Il expérimenta sur papier pour créer un négatif, une tentative d'enregistrer une image de l'intérieur de sa maison. Son procédé, le calotype, fut breveté le 8 février 1841, nécessitant un paiement pour son utilisation [2](#page=2) [5](#page=5).
* **Hippolyte Bayard**: En 1839, Bayard mit au point un procédé de "positif direct" sur papier, permettant d'obtenir une image positive sans passer par un négatif. Inspiré par des mises en scène macabres de la morgue de Paris, il accompagnait ses photographies de textes explicatifs. Les images qu'il présenta à l'Académie des Beaux-arts furent jugées intéressantes d'un point de vue esthétique [2](#page=2) [4](#page=4).
* **Hercule Florence**: Au Brésil, Florence envisageait la photographie pour la reproduction d'images et l'étiquetage de produits pharmaceutiques [2](#page=2).
> **Tip:** Il est important de noter qu'il y avait une véritable "guerre entre plusieurs inventeurs" à cette époque, chacun cherchant à développer et à faire reconnaître son propre procédé photographique [1](#page=1).
### 1.2 Les procédés en concurrence et leurs caractéristiques
Entre 1827 et 1890, la photographie a considérablement évolué. L'idée fondamentale de la photographie comme trace et comme témoignage de l'existence a émergé [2](#page=2).
#### 1.2.1 Le daguerréotype : avantages et inconvénients
Le daguerréotype présentait des avantages indéniables en termes de précision et de détail. Cependant, il souffrait de plusieurs défauts majeurs [1](#page=1) [3](#page=3):
* **Caractère inversé droite/gauche**: Les images étaient inversées, ce qui pouvait être corrigé par l'ajout d'un miroir à 45 degrés face à l'objectif, réfléchissant l'image une première fois et donc deux fois au total [4](#page=4).
* **Non reproductibilité**: Chaque daguerréotype était une pièce unique, ce qui limitait sa diffusion [4](#page=4).
* **Manque de couleur**: Les images étaient en noir et blanc, bien que certains aient tenté de les coloriser avec des pigments [4](#page=4).
* **Critiques esthétiques**: L'exactitude jugée parfois "laide" en a fait un contre modèle pour certains peintres [3](#page=3) [4](#page=4).
Malgré ces défauts, le procédé est devenu commercial et a connu une période de succès avant d'être parfois méprisé par la critique dans les années 1840 [3](#page=3).
#### 1.2.2 Le calotype et la photographie sur papier
Les photographies sur papier, comme le calotype, offraient des caractéristiques différentes, perçues comme plus artistiques par certains :
* **Qualités esthétiques**: Elles possédaient des qualités de teintes, des relations entre l'avant-plan et l'arrière-plan, et une douceur plus grande que le daguerréotype. L'usage du papier donnait un aspect un peu flou, rappelant les estampes mais sans être fait de main d'homme [4](#page=4) [5](#page=5).
* **Reproductibilité**: L'avantage majeur du calotype était sa reproductibilité, permettant de produire de multiples exemplaires à partir d'un seul négatif. C'est ce principe qui s'imposera à long terme [5](#page=5).
* **Fixation des négatifs**: Un défi rencontré par les premiers photographes était de bien fixer les négatifs pour éviter leur altération sous l'effet de la lumière [5](#page=5).
Les appareils photo de cette période étaient généralement construits sur le même modèle: un boîtier en bois avec une lentille, et une partie mobile pour ajuster la mise au point. La chambre noire était essentielle pour installer la plaque sensible [5](#page=5).
> **Tip:** La photographie sur papier est devenue le lieu de l'art photographique, attirant davantage les photographes aspirant au statut d'artistes. Des photographes comme David Octavius Hill et Robert Adamson sont connus pour leurs séries de portraits sur papier [5](#page=5).
#### 1.2.3 Le débat sur la nature de l'image photographique
La perception initiale du daguerréotype comme une reproduction parfaite de la nature a suscité le concept d'images "Acheiropoietes", des images non faites par la main de l'homme. Cette idée a alimenté le débat sur le statut de la photographie, entre art et science, et son rapport à la réalité [3](#page=3).
> **Example:** La "Nature morte" réalisée par Daguerre, conservée par la Société Française de Photographie, a suscité un débat quant à savoir si elle avait été réalisée en intérieur ou en extérieur, illustrant la complexité de l'interprétation des premières photographies [3](#page=3).
### 1.3 L'impact et l'évolution de la photographie
L'invention de la photographie a bouleversé la manière d'immortaliser le monde, offrant une alternative au dessin. Elle a posé les bases d'une nouvelle profession et a influencé l'art visuel, devenant un témoignage de l'existence et un outil d'exploration de l'histoire urbaine et de la société. L'évolution des procédés, notamment la reproductibilité du calotype, a assuré son avenir face aux limitations du daguerréotype [2](#page=2) [5](#page=5).
* * *
# L'esthétique et la reconnaissance de la photographie comme art
La reconnaissance de la photographie comme forme d'art a été un processus long et débattu, marqué par des comparaisons avec la peinture, le développement de différentes techniques esthétiques et la lutte pour sa légitimation au sein des institutions artistiques [11](#page=11) [12](#page=12) [13](#page=13) [14](#page=14) [15](#page=15) [17](#page=17) [4](#page=4) [5](#page=5) [7](#page=7).
### 2.1 Les débats esthétiques entourant le daguerréotype et le calotype
Dès leurs débuts, le daguerréotype et le calotype ont suscité des jugements esthétiques divergents [4](#page=4).
#### 2.1.1 Le daguerréotype : exactitude et limitations
Le daguerréotype, procédé de photographie sur plaque d'argent, était souvent critiqué pour son "laid exactitude" et son caractère inversé droite/gauche. Son absence de couleurs était également un point faible, bien que des tentatives de coloration avec des pigments aient été réalisées. Il a pu servir de contre-modèle pour les peintres en raison de sa précision parfois jugée excessive ou "nue" . L'utilisation d'une chambre photographique avec miroir a permis de résoudre le problème de l'inversion de l'image dans certains cas [4](#page=4).
#### 2.1.2 Le calotype : douceur, reproductibilité et "autre monde"
La photographie sur papier, notamment le calotype développé par William Henry Fox Talbot, a rapidement été perçue comme offrant des qualités esthétiques supérieures au daguerréotype. Elle se distinguait par des teintes plus douces, une meilleure gestion des relations entre avant-plan et arrière-plan, et une douceur générale qui la rendait "beaucoup plus artiste" et utilisable de manière plus fine. L'avantage majeur du calotype était sa reproductibilité: la possibilité d'obtenir de multiples exemplaires à partir d'un négatif unique. Cette capacité de diffusion a finalement assuré sa prédominance à long terme, malgré les difficultés techniques initiales de fixation des négatifs. Le calotype a été associé à un imaginaire plus flou, rappelant l'estampe, et a permis l'émergence de l'art photographique, étant davantage mobilisé par les photographes aspirant au statut d'artistes [4](#page=4) [5](#page=5).
> **Tip:** La différence fondamentale entre le daguerréotype et le calotype réside dans leur nature: le daguerréotype produit une image unique et positive directe, tandis que le calotype génère un négatif papier à partir duquel plusieurs positifs peuvent être tirés, ouvrant la voie à la diffusion et à la reproductibilité [5](#page=5).
### 2.2 Les efforts pour légitimer la photographie en tant que forme d'art
La légitimation de la photographie comme art a impliqué des réflexions théoriques, des comparaisons avec la peinture et une intégration progressive dans les institutions artistiques.
#### 2.2.1 L'influence de la peinture et la théorie du sacrifice
De nombreux photographes désireux d'affirmer le caractère artistique de leur travail étaient initialement peintres ou formés à la peinture. Ils connaissaient les règles de composition picturale et s'inspiraient des genres et des techniques de la peinture [11](#page=11) [14](#page=14) [7](#page=7).
La "théorie du sacrifice", enseignée aux Beaux-Arts, a joué un rôle crucial. Cette théorie prônait de ne pas tout reproduire littéralement, mais de sacrifier les détails moins importants pour privilégier l'instant, le mouvement et la position des corps. Les photographes ont appliqué ce principe à leur art, estimant que la photographie devait privilégier l'importance structurelle de l'image pour le spectateur, plutôt qu'une précision absolue [7](#page=7) [9](#page=9).
#### 2.2.2 Les théoriciens et les critiques d'art
Dès le début des années 1850, les premiers journaux dédiés à la photographie ont accueilli des critiques d'art tels qu'Ernest Lacan et Francis Wey, qui ont contribué à théoriser la photographie et à défendre son statut artistique. Leur analyse était souvent influencée par la manière dont on regardait la peinture [11](#page=11) [12](#page=12) [7](#page=7).
> **Tip:** L'analyse de la photographie par les critiques d'art de l'époque était fortement imprégnée de leurs habitudes d'analyse de la peinture, ce qui a modelé les premiers discours sur l'esthétique photographique [12](#page=12).
#### 2.2.3 L'institutionnalisation de la photographie artistique
La création de sociétés photographiques, comme la Société française de photographie fondée en 1854, a joué un rôle dans la promotion de la photographie en tant qu'art. Ces sociétés rassemblaient amateurs et professionnels, défendant les ambitions artistiques et scientifiques de la discipline [12](#page=12).
Les expositions photographiques, notamment lors des Expositions Universelles à partir de 1851, ont été des lieux de présentation importants, bien que la photographie ait d'abord été souvent exposée aux côtés de produits industriels plutôt qu'à ceux des Beaux-Arts. La Société française de photographie a organisé des expositions photographiques artistiques tous les deux ans pour promouvoir cette idée [12](#page=12).
#### 2.2.4 Le refus et la reconnaissance progressive dans les Salons
Malgré ces efforts, les photographes ont rencontré une forte résistance pour être exposés dans les Salons des Beaux-Arts, un refus qui a duré une dizaine d'années pour des figures comme Gustave Le Gray et Nadar. En 1859, Baudelaire, dans son texte "Le public moderne et la photographie", a placé la photographie dans une salle marginale, soulignant sa position encore précaire [12](#page=12) [18](#page=18).
#### 2.2.5 Le rôle des photographes-artistes et leurs techniques
Des photographes comme Gustave Le Gray ont défendu l'idée que le photographe pouvait devenir un artiste par l'expression d'un "goût des sentiments" dans le choix du sujet. Ils considéraient l'appareil photographique comme un instrument au maniement du quel l'artiste se trouvait, sans différence majeure avec l'instrument du peintre [13](#page=13).
Certains photographes ont utilisé des techniques innovantes pour atteindre une qualité artistique :
* **Photomontage et retouche:** Gustave Le Gray est connu pour ses photomontages combinant différents négatifs pour créer des images parfaites, comme la superposition de ciels et de mers. La retouche des négatifs était également pratiquée [14](#page=14).
* **Reprise des genres picturaux:** La photographie s'est approprié les genres picturaux, comme les scènes de genre pour représenter la vie des familles, les émotions et l'intimité du foyer. Charles Nègre, par exemple, a photographié les petits métiers de Paris et produit des scènes de genre [14](#page=14) [15](#page=15).
* **Tableaux vivants:** L'inspiration des tableaux vivants, issus du théâtre et consistant à reproduire des tableaux, a également influencé certains photographes, comme Oscar Rejlander [16](#page=16).
* **La "vérité du rendu":** Face aux accusations de trahison de l'essence de la photographie par la manipulation, certains photographes ont défendu la "vérité du rendu" plutôt que la "vérité de la réalité" \] [17](#page=17).
> **Example:** L'œuvre de Gustave Le Gray, notamment ses photographies de marine, illustre la capacité de combiner des négatifs pour créer des images d'une qualité impossible à obtenir autrement à l'époque, remettant en question la notion de pureté photographique [14](#page=14).
### 2.3 La photographie comme modèle pour les peintres et l'influence mutuelle
L'arrivée de la photographie a non seulement cherché sa place dans le monde de l'art, mais a également profondément modifié la manière dont la peinture était perçue et pratiquée [17](#page=17).
#### 2.3.1 La photographie libérant la peinture
La photographie a pu libérer les peintres de la contrainte de la reproduction fidèle de la réalité. Elle a offert un gain de temps significatif, notamment par le marché de la photo de modèles nus développé dès les années 1850. Des peintres célèbres, tels que Delacroix, ont demandé à des photographes de réaliser des poses de modèles pour leurs œuvres [17](#page=17) [18](#page=18).
#### 2.3.2 La peinture comme précurseur et source d'inspiration
Avant même l'apparition de la photographie, la peinture avait développé une précision et une exactitude de détail qui peuvent être considérées comme pré-photographiques. Des peintres comme Meissonnier recherchaient une exactitude méticuleuse, et certaines œuvres, reproduites en noir et blanc, pouvaient donner une "impression photographique troublante" \] [18](#page=18).
La relation entre la peinture et la photographie a été une source d'inspiration mutuelle. Les peintres ne se contentaient pas de copier les photographies; ils s'en inspiraient et certains devenaient eux-mêmes photographes [17](#page=17) [18](#page=18).
#### 2.3.3 Les réactions critiques face à l'influence photographique
Malgré cette influence réciproque, des figures comme Charles Baudelaire ont exprimé une profonde inquiétude quant au rôle de la photographie vis-à-vis de la peinture. Baudelaire craignait que la photographie, en se faisant passer pour de l'art, n'écrase la peinture et l'imagination, la considérant comme une industrie qui devait rester "la servante des arts" et être cantonnée à la documentation. Il voyait dans l'exactitude matérielle et l'entrée de l'industrie dans le domaine de l'art un danger [18](#page=18).
> **Example:** Le texte de Baudelaire lors du Salon de 1859 reflète une tension entre l'appréciation du réalisme par le public moderne et l'idéal artistique de la peinture, percevant la photographie comme une menace délétère pour la créativité [18](#page=18).
* * *
# La photographie comme témoignage historique et outil de reportage
Voici un résumé du sujet "La photographie comme témoignage historique et outil de reportage" basé sur les pages fournies.
## 3\. La photographie comme témoignage historique et outil de reportage
L'utilisation de la photographie a révolutionné la manière dont l'histoire est documentée et rapportée, offrant une trace visuelle directe des événements, des catastrophes, des guerres et de la vie sociale, posant ainsi les fondations du photojournalisme [18](#page=18) [19](#page=19) [20](#page=20) [21](#page=21) [22](#page=22) [23](#page=23) [27](#page=27) [28](#page=28) [2](#page=2).
### 3.1 Des origines à la reconnaissance comme témoignage
Les premières explorations de la photographie, menées par des pionniers comme Talbot, Hercule Florence et Bayard, visaient à enregistrer l'image projetée, transformant le dessin en un médium plus direct. L'invention de la photographie a offert une alternative au dessin pour immortaliser des moments et des lieux, se positionnant comme une trace indéniable de l'existence. L'idée que la photographie soit un témoignage est apparue clairement, attestant de la réalité d'un événement ou d'une situation. Les contemporains du XIXe siècle ont dû apprendre à lire ces nouvelles images, y décelant des indices sur l'histoire urbaine et la vie de la ville, comme le démontre la photographie du Boulevard du Temple par Louis Daguerre [19](#page=19) [2](#page=2).
> **Tip:** La notion de "trace" est fondamentale pour comprendre la photographie comme témoignage. L'image photographique, par sa nature même, enregistre ce qui était présent devant l'objectif à un instant T.
### 3.2 La photographie face à la peinture : Rivalité et fécondation croisée
À l'origine, la précision de la peinture, comme celle de Meissonnier, était déjà une forme de "pré-photographie" dans sa recherche de détails. La photographie et la peinture se sont mutuellement nourries; Delacroix, par exemple, a fait appel à Eugène Durieu pour réaliser des poses de modèles. Cependant, cette proximité a suscité des inquiétudes, notamment chez Baudelaire, qui craignait que la photographie, perçue comme une industrie, n'envahisse le domaine de l'art et n'étouffe l'imagination. Il plaidait pour que la photographie se limite à la documentation, une vision exprimée dans son texte du Salon de 1859 [18](#page=18).
### 3.3 La photographie au service de l'histoire et de la presse
La photographie a progressivement été reconnue comme un outil précieux pour l'histoire, bien que les historiens n'aient pas toujours immédiatement adopté ce nouveau médium. Des événements majeurs, comme les attentats, ont vu circuler rapidement des photographies prises par des amateurs, suivies le lendemain par celles de la presse. La photographie a acquis un usage mémoriel, servant à laisser une trace et à commémorer ce qui est voué à disparaître [18](#page=18) [19](#page=19).
Michel Frizot avance que "toute photographie est de l'histoire". Il la décrit comme "un miroir qui se souvient" un médium capable d'enregistrer la réalité visible et de conserver des traces du passé. Bien qu'ancrée dans le réel, la photographie s'est parfois inspirée des genres picturaux du passé, notamment pour les images de ruines [19](#page=19).
> **Tip:** La formule "un miroir qui se souvient" encapsule bien la fonction mémorielle de la photographie. Elle ne se contente pas de refléter le présent, mais conserve une empreinte du passé.
#### 3.3.1 La naissance du photo reportage
La première révolution de 1848 et les événements qui s'ensuivirent furent photographiés par des amateurs, comme Eugène Thibault, documentant les barricades. Ces daguerréotypes, reproduits par la presse illustrée sous forme de gravures "d'après photographie", ont acquis une réputation de véracité. L'essor de la presse illustrée, facilité par des techniques comme la similigravure (utilisée dès 1890), a permis une diffusion plus large des images [20](#page=20).
#### 3.3.2 La naissance du reportage de guerre
Les guerres sont devenues un terrain privilégié pour le développement de la photographie historique. La guerre de Crimée (1854-1855) a vu des photographes comme Roger Fenton contacter par des marchands pour documenter le conflit. Bien que Fenton n'ait pas réussi à fixer les batailles, il a produit des portraits d'officiers et des scènes évocatrices, comme "La Vallée de l'ombre de la mort". L'importance du titre et de la légende pour informer sur la photo s'est révélée cruciale. D'autres photographes comme James Robertson ont également couvert la guerre de Crimée, documentant la vie dans les camps plutôt que les combats directs. La photographie de guerre a également été utilisée lors des conquêtes coloniales, capturant la violence, mais souvent avec une volonté d'esthétisation, menant à une banalisation de la violence [20](#page=20) [21](#page=21).
#### 3.3.3 La Commune photographiée
La Commune de Paris (mars 1871) a laissé un corpus photographique notable. De nombreuses photographies de barricades ont été prises, certaines montrant des communards posant devant l'objectif. Bruno Braquehais s'est distingué comme l'un des rares photographes du côté des communards, documentant la chute de la Colonne Vendôme. Les ruines de Paris, conséquences de la Semaine Sanglante, ont été photographiées, souvent vues sous un angle esthétique, rappelant les peintures de ruines antiques, et attirant les "touristes de ruine". Des portraits de communards condamnés, exilés, tués ou prisonniers ont également été réalisés [21](#page=21) [22](#page=22) [23](#page=23).
> **Tip:** Le "montage photographique" a émergé durant cette période, souvent utilisé pour créer des témoignages partisans, cherchant à faire illusion de la réalité tout en racontant une histoire spécifique, comme dans l'"album des crimes de la commune" [23](#page=23).
### 3.4 Photographie documentaire et enquête sociale
Entre 1890 et 1910, la photographie documentaire a pris une importance capitale dans l'enquête sociale. Des quartiers de New York ont été explorés, révélant les conditions de logement, l'entassement, les épidémies et les problèmes d'hygiène, dans le but de mener des réformes sociales. Ces images rares des conditions de vie des immigrants au XIXe siècle ont eu un impact convaincant, influençant la politique. Lewis Hine, par exemple, a accompagné ses photographies de textes pour dénoncer le travail des enfants, luttant contre l'exploitation [27](#page=27) [28](#page=28).
### 3.5 Regards sur le monde et archives
La photographie a servi à rapporter des images du monde, s'inscrivant dans le cadre de l'impérialisme européen et du développement des sciences de l'homme, notamment l'anthropologie. Des photographes ont voyagé dans des régions reculées comme le Sénégal, le Pérou, l'Océanie ou Terre-Neuve, documentant les populations locales et leurs modes de vie, souvent à des fins scientifiques et commerciales. L'exposition des archives de la planète (1909-1931) témoigne de cette ambition de documenter le monde [23](#page=23) [27](#page=27).
### 3.6 Les femmes photographes
Le XIXe siècle, bien que marqué par l'ascension progressive de la photographie, présentait des obstacles pour les femmes photographes. L'accès à la formation artistique était limité, et les femmes étaient souvent cantonnées à des genres photographiques comme le domestique ou le portrait, n'ayant pas le même accès aux modèles nus, par exemple. Cependant, des femmes comme Alexine Tinne ont voyagé et documenté le monde, et de nombreuses autres ont réussi à devenir des photographes reconnues malgré les contraintes institutionnelles et sociales. La redécouverte récente de ces archives révèle une histoire moins centrée sur les figures masculines dominantes [28](#page=28).
* * *
# La diffusion mondiale et les photographies hors d'Europe
Cette section explore l'expansion globale de la photographie au-delà de l'Europe, examinant son adoption et son adaptation dans diverses cultures comme l'Égypte, le Japon et l'Afrique.
### 4.1 L'expansion de la photographie au-delà des frontières européennes
La diffusion de la photographie au XIXe siècle et au début du XXe siècle a marqué un tournant, passant d'une histoire centrée sur l'Europe à une reconnaissance de son imprégnation mondiale. Ce phénomène est intrinsèquement lié à l'impérialisme européen, qui a facilité la transmission des pratiques photographiques vers l'Afrique, l'Asie et d'autres continents [23](#page=23) [25](#page=25) [28](#page=28).
#### 4.1.1 La photographie comme outil de voyage et de connaissance
Grâce à la photographie, il est devenu possible de voyager et de découvrir le monde depuis chez soi. De nombreux photographes européens et américains ont entrepris des voyages pour rapporter des images de pays lointains, reprenant souvent les routes des voyageurs romantiques [24](#page=24) [26](#page=26).
* **Pionniers et destinations:**
* En Égypte, Goupil et Fesquet ont réalisé les premières photographies en 1839 avec le daguerréotype, bien que ces images aient disparu, laissant place à des gravures [24](#page=24) [26](#page=26).
* Girault de Prangey a documenté ses voyages au Maghreb et en Grèce [24](#page=24) [26](#page=26).
* DeForest Fredericks a exploré l'Amérique du Sud dans les années 1840-1850, photographiant notamment les immigrants allemands au Brésil [24](#page=24) [26](#page=26).
* Jules Itier, travaillant pour les douanes, a voyagé au Sénégal et en Chine, ramenant les premières photographies de ce dernier pays en 1844. Il a également visité Singapour, l'Asie de l'Est, Macao et les Philippines entre 1844 et 1846 [24](#page=24) [26](#page=26).
* Le Japon a vu ses premières photographies apparaître vers 1854 [24](#page=24) [26](#page=26).
#### 4.1.2 Missions et voyages officiels
Les missions officielles, souvent initiées par des ministères comme celui des Beaux-Arts, ont joué un rôle crucial dans la diffusion de la photographie à l'étranger. Ces missions visaient la réalisation de cartes, l'exploration scientifique et diplomatique, et les voyageurs emportaient souvent des appareils photographiques [24](#page=24) [26](#page=26).
* **Officiers de marine photographes:** Des officiers de marine, tels que Paul-Émile Miot (1827-1900), ont réalisé des travaux photographiques remarquables aux Antilles, au Sénégal, au Pérou et en Océanie, notamment en Polynésie [24](#page=24) [25](#page=25) [26](#page=26) [27](#page=27).
* Les photographies de Miot, comme celles des habitants de Terre-Neuve en 1857 ou des Mic-Mac en 1859, ont circulé et ont été redécouvertes plus tard, les rapprochant notamment d'expositions sur Gauguin [25](#page=25) [27](#page=27).
* Ses photographies, souvent réalisées à l'objectif collodion, comprenaient des portraits, des paysages et des scènes de vie. Elles étaient diffusées sous forme de cartes de visite, et des albums de voyage témoignent de leur circulation [25](#page=25) [27](#page=27).
* Le Musée de l'Homme a envisagé la création de photothèques par continent pour assister les chercheurs, intégrant des clichés comme celui du jeune roi de Vanouatu par Miot [25](#page=25) [27](#page=27).
* Ces photographies, bien que diffusées à des fins scientifiques et commerciales, ont été longtemps oubliées avant un regain d'intérêt dans les années 1980 [25](#page=25) [27](#page=27).
* **Femmes photographes voyageuses:** Bien que le monde de la photographie de voyage fût majoritairement masculin, la redécouverte récente de femmes photographes a révélé leur participation, souvent aux côtés de leurs maris. Le cas d'Alexine Tinne, une aristocrate hollandaise explorant le Nil avec sa mère, en est un exemple [25](#page=25) [27](#page=27).
#### 4.1.3 La photographie dans les sciences de l'homme et la documentation sociale
Dès 1845, l'anthropologie a reconnu le potentiel de la photographie pour étudier et documenter les individus et le monde [23](#page=23) [26](#page=26).
* **Archives de la Planète (1909-1931):** Ce projet visait à documenter le monde à travers la photographie [25](#page=25) [27](#page=27).
* **La photographie documentaire et l'enquête sociale (1890-1910):** Cette période a vu l'émergence d'une photographie axée sur l'étude des conditions sociales, notamment dans les quartiers de New York.
* Les photographies ont documenté les problèmes de logement, l'entassement, les épidémies et l'hygiène, dans le but de susciter des réformes sociales et une surveillance accrue [27](#page=27).
* Ces images, souvent prises avec un éclairage puissant (flash, poudre de magnésium), avaient un fort pouvoir de conviction et ont influencé les politiques publiques [28](#page=28).
* Des figures comme Lewis Hine ont accompagné leurs photographies de textes pour dénoncer le travail des enfants et combattre l'exploitation [28](#page=28).
#### 4.1.4 L'essor de la photographie au Japon
Le Japon, l'une des dernières grandes civilisations à adopter le daguerréotype, a introduit la chambre noire en 1848, mais le développement de la chimie locale a ralenti son utilisation [29](#page=29).
* **L'ouverture forcée et les premiers photographes:** La mission Perry (1853-1858) a contraint le Japon à s'ouvrir aux Occidentaux. Eliphalet Brown a réalisé des portraits de Japonais lors de cette mission [29](#page=29).
* **L'appropriation locale:**
* En 1857, les Japonais ont réalisé leurs premiers daguerréotypes, appelant la photographie "shashin", signifiant "reflet/copie" et évoquant la pureté et l'exactitude [29](#page=29).
* Les traités signés après 1854 ont ouvert des ports comme Yokohama, attirant de nombreux Américains et Français qui se sont implantés pour le commerce [29](#page=29).
* Des photographes français se sont installés au Japon et leur présence est documentée sur des estampes japonaises [29](#page=29).
* Les missionnaires ont joué un rôle dans l'apprentissage de la photographie aux Japonais, favorisant un échange culturel [29](#page=29).
* **Adaptations stylistiques:**
* Les photographes japonais, comme Renjo qui a ouvert un studio, n'ont pas repris les poses occidentales, privilégiant la simplicité des images avec des fonds de rideaux [29](#page=29).
* Les cadres photographiques étaient souvent simples, en bois, et rangés dans des boîtes en bois [29](#page=29).
* Des photographies montrant des diplomates japonais portant des armes occidentales et des jeunes femmes japonaises dans des meubles occidentaux témoignent des influences culturelles [29](#page=29).
* Le développement de la photographie au Japon a été intense, fascinant les photographes occidentaux par sa vision [29](#page=29).
#### 4.1.5 L'imaginaire occidental du Japon et ses conséquences
La production photographique au Japon a souvent reflété un regard occidental, créant un imaginaire exotique et pittoresque du pays [29](#page=29) [30](#page=30).
* **Exotisation et stéréotypes:**
* Les photographies de rue et de villes étaient moins courantes, privilégiant un imaginaire du Japon tel qu'imaginé par les Occidentaux, souvent teinté de clichés exotiques [29](#page=29).
* L'angle du pittoresque a conduit à une exotisation et une fascination pour certaines représentations [29](#page=29).
* Certaines représentations, comme celles de tatouages japonais (pratique interdite pendant la période Meiji pour des raisons de contrôle social), utilisaient de faux tatouages pour des séances photographiques [30](#page=30).
* La consommation de photographies a mis en avant le sort des femmes japonaises, avec des images érotiques qui auraient été moins courantes en Occident [30](#page=30).
* Des Japonais posant dans des costumes européens, parfois trop grands, ont été utilisés pour ridiculiser la transition du Japon vers l'européanisation [30](#page=30).
#### 4.1.6 Les sources africaines de la photographie
Les sources relatives à la photographie en Afrique sont particulièrement difficiles à retrouver, mais des éléments existent, notamment dans l'Est de l'Afrique et dans les ports où la photo a été utilisée dès la fin du commerce triangulaire [30](#page=30).
* **Les acteurs de la diffusion:**
* Augustus Washington, un Afro-Américain, a photographié en Sierra Leone, bien que peu de traces subsistent de son travail, contrairement aux nombreux photographes blancs [30](#page=30).
* Daniel West, un daguerréotypiste, a vu tout son travail se perdre, à l'exception d'une gravure sur bois [30](#page=30).
* Dès la fin des années 1850, les missionnaires religieux et les explorateurs ont facilité l'entrée de la photographie sur le continent par les côtes, entraînant des échanges et la transmission du savoir-faire [30](#page=30).
* Les affranchis, descendants d'esclaves, ont été des acteurs importants de la diffusion de la photographie en Afrique, notamment des Brésiliens revenus sur la côte Est de l'Afrique (Bénin) [30](#page=30).
* Ces individus cosmopolites, parlant plusieurs langues, ont activement diffusé la photographie [30](#page=30).
* Des photographes comme John P. Decker et Joaque ont été mis en avant lors d'expositions, remettant en question l'idée préconçue que les photographes africains portaient des prénoms blancs [30](#page=30).
> **Tip:** La recherche sur la diffusion mondiale de la photographie révèle comment les pratiques photographiques ont été influencées par les contextes politiques, économiques et culturels, et comment ces pratiques ont été adaptées et transformées par les cultures locales. L'étude des "hors d'Europe" permet de décentrer le récit historique et de comprendre la diversité de l'usage photographique.
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## Erreurs courantes à éviter
* Révisez tous les sujets en profondeur avant les examens
* Portez attention aux formules et définitions clés
* Pratiquez avec les exemples fournis dans chaque section
* Ne mémorisez pas sans comprendre les concepts sous-jacents
Glossary
| Term | Definition |
|------|------------|
| Daguerréotype | Premier procédé photographique commercialisé, utilisant une plaque métallique argentée qui réagit à la lumière pour former une image positive directe. Il était réputé pour sa haute définition mais manquait de reproductibilité. |
| Héliographie | Procédé photographique pionnier développé par Joseph Nicéphore Niépce, considéré comme la plus ancienne photographie conservée au monde. Il s'agissait d'une méthode d'enregistrement de l'image par la lumière sur une plaque. |
| Calotype | Procédé photographique sur papier inventé par William Henry Fox Talbot, créant un négatif à partir duquel plusieurs images positives pouvaient être tirées. Il offrait une plus grande douceur et des teintes plus riches que le daguerréotype. |
| Chambre claire | Instrument optique utilisé pour dessiner, projetant une image sur une feuille de papier, ce qui facilitait la reproduction des formes. Il a inspiré les premiers inventeurs de la photographie. |
| Chambre obscure | Dispositif optique, souvent une pièce ou une boîte, avec une petite ouverture permettant à la lumière de projeter une image inversée sur la surface opposée. C'est le principe de base de la caméra photographique. |
| Photographie positive directe | Un procédé photographique qui produit directement une image positive, sans passer par une étape intermédiaire de négatif. Hippolyte Bayard a développé un tel procédé sur papier. |
| Images Acheiropoïètes | Terme désignant des images qui ne sont pas faites de la main de l'homme, souvent vues comme des manifestations divines ou naturelles. L'idée que la photographie pouvait créer de telles images a fasciné à ses débuts. |
| Spectrre lumineux | L'ensemble des couleurs que la lumière blanche décompose lorsqu'elle passe à travers un prisme. Les scientifiques ont cherché à photographier ce spectre pour comprendre la lumière. |
| Procédé collodion | Un procédé photographique du XIXe siècle utilisant une plaque de verre recouverte de collodion humide, qui permettait d'obtenir des négatifs très fins et d'en tirer de nombreux tirages. Il a marqué une "seconde révolution photographique". |
| Photo-sculpture | Un procédé photographique visant à créer des images en relief, souvent en combinant plusieurs photographies ou en utilisant des techniques spécifiques pour simuler la tridimensionnalité. |
| Stéréoscopie | Technique permettant de créer l'illusion de la profondeur et du relief en présentant deux images légèrement différentes à chaque œil, simulant la vision binoculaire humaine. |
| Tableau vivant | Une scène figée, souvent inspirée de peintures ou d'événements historiques, où des personnes prennent la pose pour recréer une composition artistique. Cette pratique a été reprise en photographie. |
| Montages photographiques | Techniques consistant à combiner plusieurs photographies ou parties de photographies pour créer une image finale qui n'existe pas dans la réalité. Cette pratique a suscité des débats sur l'authenticité. |
| Reportage photographique | La pratique de documenter des événements d'actualité ou des aspects de la société à travers la photographie, souvent publiée dans la presse pour informer le public. |
| Photojournalisme de guerre | L'utilisation de la photographie pour documenter les conflits armés, montrant les conséquences des batailles, la vie des soldats et les paysages ravagés. |
| Commune de Paris | Période insurrectionnelle à Paris en 1871, documentée par de nombreuses photographies montrant les barricades, les destructions et les protagonistes de cet événement. |
| Archives de la planète | Un projet lancé au début du XXe siècle visant à documenter systématiquement le monde par la photographie, capturant des paysages, des populations et des aspects culturels diversifiés. |
| Anthropologie photographique | L'utilisation de la photographie comme outil dans les sciences humaines, notamment l'anthropologie, pour documenter et étudier les individus, leurs coutumes et leurs environnements. |
| Photo-docmentation | L'utilisation de la photographie pour enregistrer et présenter des informations factuelles sur un sujet, un lieu ou une situation, souvent dans un but informatif ou de sensibilisation. |
| Théorie du sacrifice | Concept de l'école des beaux-arts suggérant qu'un artiste doit privilégier les éléments importants d'une scène et omettre les détails moins significatifs pour créer une composition plus impactante. Cette théorie a influencé la photographie artistique. |