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Summary
# Contesto storico e ripresa economica nel Settecento
La prima metà del Settecento segna una transizione cruciale in Europa, caratterizzata da una ripresa economica e demografica dopo la crisi del Seicento, dalla gestazione delle basi per la futura rivoluzione industriale e l'Illuminismo, e da profonde trasformazioni politiche dovute alle guerre di successione che ridisegnarono gli equilibri continentali e l'assetto della penisola italiana [1](#page=1).
## 1.1 Una nuova fase storica
La fine del Seicento vede un allentamento del controllo ideologico imposto dalla Controriforma. L'anno 1690, coincidente con la fondazione dell'Accademia dell'Arcadia in Italia, può essere considerato l'inizio di una nuova fase storica che si protrae fino alla pace di Aquisgrana nel 1748. Dal punto di vista artistico, questo periodo è definito dal movimento del Rococò [1](#page=1).
## 1.2 La ripresa economica e demografica
La prima metà del Settecento è caratterizzata da una significativa ripresa economica e demografica, che segue la grave crisi del secolo precedente. Durante questo periodo, si pongono le fondamenta materiali della rivoluzione industriale, destinata a svilupparsi in Inghilterra, e le basi culturali del movimento illuminista. La ripresa è più marcata in nazioni già in crescita come l'Inghilterra, l'Olanda e, in parte, la Francia, grazie allo sfruttamento delle colonie. Al contrario, la Spagna continua il suo declino [1](#page=1).
## 1.3 Le guerre di successione e i cambiamenti politici
Questo periodo è funestato da tre importanti guerre di successione: quella spagnola (1704-1712), quella polacca (1733-1735) e quella austriaca (1740-1748). Al termine della guerra di successione austriaca, sancita dalla pace di Aquisgrana nel 1748, gli equilibri politici europei presentano mutamenti sostanziali rispetto alla fine del Seicento [1](#page=1).
### 1.3.1 L'assetto politico dell'Italia
La penisola italiana, invece, rimane soggetta alla dipendenza dalle potenze straniere. L'Italia ha perso la sua centralità politica, e i suoi Stati diventano spesso pedine di scambio tra le grandi potenze europee [1](#page=1) [2](#page=2).
* **Guerra di successione spagnola:** I trattati di Utrecht e Rastadt pongono fine a questo conflitto. La Lombardia passa sotto il controllo diretto dell'Impero asburgico [2](#page=2).
* **Guerra di successione polacca:** La pace di Vienna che conclude questo conflitto sancisce la cessione del Meridione (Regno di Napoli e Sicilia) a Carlo di Borbone, figlio di Filippo V di Spagna. Questi regni diventano Stati indipendenti, non più possedimenti spagnoli [2](#page=2).
* **Granducato di Toscana:** Con l'estinzione della dinastia Medici, il Granducato diviene formalmente uno Stato autonomo sotto Francesco Stefano di Lorena, marito di Maria Teresa d'Austria [2](#page=2).
* **Regno di Sardegna:** Passa ai Savoia, che controllano, oltre al Ducato di Savoia, la Sardegna, il Piemonte, la Contea di Nizza e il Ducato di Aosta [2](#page=2).
* **Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla:** Viene assegnato a Filippo di Borbone [2](#page=2).
* **Stati invariati:** Rimangono pressoché immutati altri Stati come la Repubblica di Venezia, la Repubblica di Genova, lo Stato Pontificio, il Ducato di Modena e Reggio sotto gli Estensi, e la Repubblica di Lucca [2](#page=2).
## 1.4 Nuovi fermenti culturali
L'anno 1748, oltre a segnare la pace di Aquisgrana, è anche un anno fondamentale per la cultura europea. In Francia, inizia il lavoro redazionale per l'Encyclopédie, e viene pubblicato il capolavoro di Montesquieu, "L'esprit des lois". Queste due opere sono emblematiche dell'affermazione del nascente movimento dell'Illuminismo [2](#page=2).
> **Tip:** La prima metà del Settecento è un periodo di transizione fondamentale, dove le conseguenze delle crisi seicentesche si attenuano e si gettano le basi per le grandi trasformazioni che caratterizzeranno il resto del secolo, in particolare la rivoluzione industriale e l'Illuminismo. Tenere a mente la sequenza degli eventi e i trattati che ridisegnano la mappa politica italiana è essenziale.
* * *
# L'Illuminismo: principi e diffusione
*L'Illuminismo fu un movimento culturale europeo che,* diffusosi a partire dalla metà del XVIII secolo, *pose la ragione al centro del sapere e dell'azione umana, promuovendo un'uscita dallo stato di minorità intellettuale e la lotta contro pregiudizi e superstizioni [3](#page=3).*
### 2.1 I tratti caratterizzanti dell'Illuminismo
L'Illuminismo si distinse per una serie di principi fondamentali che ne definirono il carattere unitario in tutta Europa [4](#page=4).
#### 2.1.1 La centralità della ragione e lo spirito critico
Il fulcro dell'Illuminismo fu la **rivalutazione della ragione** intesa come strumento privilegiato per la conoscenza e per la liberazione dalle "tenebre" dell'ignoranza, del pregiudizio e della superstizione. Questo si tradusse in un **razionalismo** e uno **spirito critico** che miravano a smantellare le credenze dogmatiche e irrazionali ereditate dai secoli precedenti, in particolare dal Medioevo. Il motto *"Sapere aude!" ("Osa sapere!")* di Immanuel Kant sintetizzava questo invito alla **piena libertà e autonomia della ragione umana**. Kant distinse tra un "uso privato" della ragione, subordinato ai compiti sociali e lavorativi, e un "uso pubblico", che doveva essere illimitato nella ricerca intellettuale e nella divulgazione del sapere [3](#page=3) [4](#page=4).
#### 2.1.2 Il rifiuto del dogmatismo
Una delle battaglie principali degli illuministi fu contro il **dogmatismo** ovvero l'adesione acritica a dottrine e principi non verificabili razionalmente. Si respinse ogni principio precostituito, basando la conoscenza esclusivamente sulla **ragione** e sulla **verifica sperimentale** [4](#page=4) [5](#page=5).
#### 2.1.3 Il materialismo e il sensismo
I principi ispiratori degli enciclopedisti, e più in generale dell'Illuminismo, includevano il **materialismo** e il **sensismo**. Il sensismo, in particolare, postulava che tutte le conoscenze derivassero dall' **esperienza** e dalle **sensazioni** conferendo primato all'esperienza sulla ragione stessa. Questa visione influenzò profondamente la ricerca letteraria e artistica, ponendo attenzione alle capacità sensoriali e percettive [4](#page=4) [5](#page=5).
#### 2.1.4 La fiducia nel progresso e la concezione della cultura
Gli illuministi nutrivano una forte **fiducia nel cambiamento e nel progresso** , vedendo la cultura come uno strumento per dominare e modificare il mondo naturale e sociale. Questo ottimismo si basava sulla convinzione che la ragione potesse condurre l'umanità verso un futuro migliore [4](#page=4).
#### 2.1.5 Il deismo e la tolleranza religiosa
Si sviluppò una nuova religiosità, il **deismo** che non si fondava su una fede aprioristica ma su argomentazioni razionali. Il deismo ammetteva l'esistenza di un **Essere Supremo** creatore dell'universo, comprensibile razionalmente, ma rifiutava gli aspetti soprannaturali, dogmatici e irrazionali delle religioni. Gli illuministi promossero attivamente la **tolleranza religiosa** combattendo il fanatismo e ogni forma di discriminazione per sostenere l'eguaglianza di tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro fede. Voltaire, con il suo "Trattato sulla tolleranza" fu un fervente sostenitore di questi principi [4](#page=4) [6](#page=6).
#### 2.1.6 Il cosmopolitismo
Un altro tratto distintivo fu il **cosmopolitismo** per cui l'intellettuale illuminista si sentiva "cittadino del mondo" [4](#page=4).
#### 2.1.7 L'enciclopedismo e la divulgazione del sapere
L' **enciclopedismo** \] rappresentò la tendenza all'organizzazione interdisciplinare della cultura e alla sua **divulgazione**. L'opera più emblematica fu l' \_Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers, diretta da Denis Diderot e Jean-Baptiste Le Rond d'Alembert. Questo progetto monumentale mirava a conciliare l'unità del sapere con la sua articolazione, rifiutando visioni totalizzanti e proponendo un metodo basato sulla ragione e sulla verifica sperimentale. L' \_Encyclopédie intendeva fare il bilancio della storia del pensiero e delineare una mappa del sapere centrata sull'uomo e sui suoi fini [4](#page=4) [5](#page=5).
### 2.2 La diffusione delle idee illuministe
#### 2.2.1 L'Illuminismo in Francia e l'Encyclopédie
L'Illuminismo ebbe il suo epicentro in Francia, da dove i suoi principi si diffusero in tutta Europa. L' Encyclopédie (1751-1772) fu il veicolo principale di questa diffusione, nonostante le opposizioni delle autorità. Tra i principali intellettuali illuministi francesi figurano Diderot, Condillac, Voltaire e Rousseau [5](#page=5).
#### 2.2.2 Riflessioni politiche: Montesquieu e Rousseau
La riflessione politica illuminista prese avvio dal principio della **distinzione dei poteri** teorizzato da Montesquieu ne "Lo spirito delle leggi" gettando le basi del liberalismo moderno. Jean-Jacques Rousseau sviluppò direzioni più radicali, criticando il progresso e la società civile come cause di alienazione e infelicità. Nel \_Contratto sociale Rousseau propose un nuovo assetto sociale basato sulla volontà generale e sulla sovranità popolare, influendo profondamente le correnti democratiche [5](#page=5) [6](#page=6).
#### 2.2.3 L'Illuminismo in Italia
In Italia, l'Illuminismo si diffuse con ritardo rispetto alla Francia e si concentrò principalmente a Napoli e Milano [7](#page=7).
* **Napoli:** L'influenza del giusnaturalismo e l'insegnamento di Antonio Genovesi (1713-1769), pioniere dell'economia politica, furono fondamentali [7](#page=7).
* **Milano:** Divenne la capitale intellettuale dell'Illuminismo italiano. Gruppi di giovani intellettuali, come quelli raccolti nell'Accademia dei Pugni e nella redazione del giornale "Il Caffè" (dal 1764), si distinsero per il loro spirito di rottura e la concretezza d'azione. Pietro Verri, Alessandro Verri e Cesare Beccaria furono figure di spicco dell'Illuminismo lombardo. L'opera di Beccaria, \_Dei delitti e delle pene ebbe un'enorme risonanza europea [7](#page=7) [8](#page=8).
Gli illuministi italiani si caratterizzarono per un'attenzione ai problemi pratici e tecnici, e per la tendenza a collaborare con lo Stato per realizzare riforme [7](#page=7).
> **Tip:** La capacità di "mutare il modo di pensare comune", come auspicato da Diderot per l'\_Encyclopédie, fu l'obiettivo ambizioso degli illuministi, che intendevano promuovere un rinnovamento radicale della società attraverso la diffusione del sapere e l'applicazione della ragione [5](#page=5).
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# L'Accademia dell'Arcadia e la figura dell'intellettuale
L'Accademia dell'Arcadia, fondata a Roma nel 1690, fu un'istituzione fondamentale per l'unificazione dei letterati italiani e la definizione della figura moderna dell'intellettuale, pur favorendo una tendenza al disimpegno politico [9](#page=9).
### 2.1 La fondazione e le caratteristiche dell'Accademia dell'Arcadia
L'Accademia dell'Arcadia nacque a Roma nel 1690 per iniziativa di quattordici letterati, tra cui Giovan Mario Crescimbeni e Gianbattista Zappi. Un altro membro fondatore, Gian Vincenzo Gravina, propugnava una visione più critica e laica del razionalismo, posizione che lo portò a una successiva scissione [9](#page=9).
Il nome "Arcadia" deriva dall'antica regione greca, resa celebre dal romanzo pastorale di Sannazaro. L'istituzione adottò una struttura ispirata a questa tradizione: il presidente era definito "Custode generale" e ogni membro assumeva un nome pastorale greco. Il travestimento pastorale era obbligatorio e presupponeva un trasferimento in una regione mitica, luogo ideale per la poesia pastorale. Un complesso rituale regolava le riunioni e il funzionamento dell'accademia [9](#page=9).
### 2.2 Un'accademia "nazionale" e il suo impatto
L'Arcadia attrasse non solo i principali intellettuali dell'epoca, ma anche scrittori meno noti da ogni provincia d'Italia. Inizialmente composta prevalentemente da intellettuali romani, toscani e napoletani, l'accademia si espanse gradualmente, creando "colonie" (associazioni locali) anche nelle città più distanti. Questo processo contribuì significativamente a unificare i letterati italiani e a forgiare una comune coscienza di ceto [9](#page=9).
I punti di forza dell'Arcadia, che ne permisero questa unificazione, risiedono in diversi fattori:
* **Organizzazione capillare:** L'accademia perseguì consapevolmente una diffusione estesa e radicata sul territorio [9](#page=9).
* **Superamento del Barocco:** L'istituzione rispose a un'esigenza storica ormai matura e largamente condivisa, quella di superare il gusto barocco attraverso i criteri di un moderato razionalismo [9](#page=9).
* **Bisogno di identità:** L'Arcadia offrì una risposta a un bisogno collettivo di identità, non solo culturale ma anche sociale, degli intellettuali italiani. Questa identità si realizzava nella trasposizione utopica del travestimento e del mito, e nella pratica di una poesia idillica, d'occasione o d'evasione [9](#page=9).
### 2.3 La nascita della figura moderna dell'intellettuale
Il bisogno di identità avvertito dai letterati italiani e che portò alla nascita dell'Accademia dell'Arcadia era un sentimento diffuso in tutta Europa nel Settecento. In questo secolo si manifestò una forte tendenza degli intellettuali a prendere coscienza di sé come categoria sociale e a costituirsi in un ceto unitario, dando così vita alla figura moderna dell'intellettuale [9](#page=9).
Questa autocoscienza intellettuale mescolava tendenze divergenti:
* **Tendenza tradizionalistica:** Particolarmente forte in Italia, questa corrente si richiamava alla tradizione umanistica, presupponendo ancora l'uso del latino e la conoscenza della cultura classica [9](#page=9).
* **Tendenza moderna:** Questa corrente si collegava maggiormente all'esperienza del pensiero libertino e si esprimeva attraverso il francese, divenuto la nuova lingua comune europea degli intellettuali [9](#page=9).
L'ideologia della "Repubblica delle lettere" poteva quindi evolvere sia in chiave moderata e tradizionalista, sia in chiave innovativa. Quest'ultima soluzione prese il sopravvento già alla fine del Seicento e nella prima metà del Settecento in Inghilterra e Francia, mentre in Italia prevalse la prima tendenza [9](#page=9).
> **Tip:** Il rituale del travestimento e la tendenza utopica dell'Arcadia, sebbene creassero un senso di comunità intellettuale, contribuirono indirettamente a incoraggiare il disimpegno politico e la separazione del ceto intellettuale dalla vita politica e sociale [9](#page=9).
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# L'Illuminismo in Italia: centri e caratteri
In Italia, l'Illuminismo si distinse per un'accentuata attenzione ai problemi pratici e tecnici, manifestandosi principalmente in centri come Napoli e Milano, con figure chiave che operarono attivamente per la realizzazione di riforme [7](#page=7).
### 4.1 Diffusione e specificità dell'Illuminismo italiano
Nella prima metà del Settecento, la cultura italiana era dominata dalla figura dell'intellettuale-erudito. Tuttavia, dopo il 1750 si assiste a un'importante svolta con la diffusione della cultura illuminista, che trovò i suoi epicentri più significativi a Napoli e Milano [7](#page=7).
#### 4.1.1 Caratteri generali dell'Illuminismo italiano
A differenza della spregiudicatezza e audacia dei loro omologhi francesi, gli illuministi italiani si caratterizzarono per una marcata attenzione verso le problematiche pratiche, tecniche e organizzative. Questa tendenza si traduceva spesso nella volontà di diventare funzionari statali al fine di attuare concretamente le riforme proposte. Tali elementi di arretratezza culturale rispetto ad altri centri europei possono essere spiegati con il generale ritardo economico e politico dell'Italia, nazione che ricopriva un ruolo marginale nel panorama europeo e in cui mancava una robusta borghesia imprenditoriale [7](#page=7).
#### 4.1.2 La svolta culturale dopo il 1750
Nonostante le resistenze di una parte del mondo intellettuale, legato a una figura di letterato accademico e tradizionalista, e a una cultura ancora prevalentemente erudita, la seconda metà del Settecento segna una chiara svolta anche in Italia. Tappe fondamentali di questo rinnovamento furono la pubblicazione del capolavoro di Cesare Beccaria, "Dei delitti e delle pene", nel 1764, e il contemporaneo lancio del periodico «Il Caffè». Idee provenienti dalla fisica newtoniana, dall'empirismo inglese, dal sensismo francese, dal pensiero politico di Montesquieu e Rousseau, e dagli Enciclopedisti penetrarono rapidamente nel contesto italiano [7](#page=7).
> **Tip:** La pronta traduzione dell'Enciclopedia in Italia testimonia l'interesse e la rapidità con cui le idee illuministe europee furono recepite [7](#page=7).
### 4.2 Centri dell'Illuminismo italiano
#### 4.2.1 L'Illuminismo a Napoli
A Napoli, l'Illuminismo beneficiò di una forte tradizione critica improntata al giusnaturalismo, già attiva dalla fine del Seicento. Un ruolo di primaria importanza fu ricoperto dall'insegnamento universitario di Antonio Genovesi (1713-1769), titolare della prima cattedra di economia politica, che formò una nutrita schiera di allievi e seguaci [7](#page=7).
#### 4.2.2 L'Illuminismo a Milano
Milano emerse come la capitale indiscussa dell'Illuminismo italiano, rappresentando il punto di vista più avanzato della cultura e della letteratura in Italia, influenzando anche movimenti successivi come il Romanticismo conciliatorista, la Scapigliatura e il Verismo. Questo primato culturale è attribuibile a una combinazione di fattori: la politica relativamente aperta ai progetti riformisti di Maria Teresa e la posizione geografica strategica, vicina alla Francia illuminista, a Vienna, centro culturale imperiale, e alla Svizzera, rifugio di intellettuali [8](#page=8).
##### 4.2.2.1 Lo spirito di concretezza degli illuministi lombardi
Negli anni Sessanta del Settecento, Milano stava vivendo l'inizio del suo rinnovamento culturale. Il piccolo gruppo di giovani illuministi, riuniti nell'Accademia dei Pugni e nella redazione de «Il Caffè», mostrò un entusiasmo e uno spirito di rottura che li caratterizzarono come una vera avanguardia. Nonostante un certo isolamento, questo gruppo cercò di superarlo, come dimostrano i tentativi di Pietro Verri di interagire con l'amministrazione austriaca. Lo spirito distintivo dell'Illuminismo lombardo fu la sua concretezza e la capacità di operare dall'interno dello Stato, integrandolo nell'amministrazione per perseguire un profondo rinnovamento [8](#page=8).
> **Example:** La pubblicazione del periodico «Il Caffè» a Milano, a partire dal 1764, divenne un simbolo della vitalità intellettuale lombarda, promuovendo il dibattito su questioni sociali, economiche e culturali con un approccio pragmatico e innovativo [7](#page=7) [8](#page=8).
#### 4.2.3 L'Illuminismo in Toscana
Nella Toscana governata da Pietro Leopoldo d'Asburgo-Lorena, il pensiero illuminista assunse una connotazione marcatamente tecnico-scientifica e storico-giuridica, orientata alla risoluzione di problemi specifici e concreti [7](#page=7).
### 4.3 Le riforme in Italia
Le riforme ispirate all'Illuminismo interessarono in Italia alcuni specifici Stati, tra cui il Regno di Napoli sotto Carlo di Borbone, la Toscana di Pietro Leopoldo, il Ducato di Parma sotto Filippo di Borbone e la Lombardia sotto il dominio asburgico di Maria Teresa e Giuseppe II [7](#page=7).
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## Errori comuni da evitare
* Rivedete tutti gli argomenti accuratamente prima degli esami
* Prestate attenzione alle formule e definizioni chiave
* Praticate con gli esempi forniti in ogni sezione
* Non memorizzate senza comprendere i concetti sottostanti
Glossary
| Term | Definition |
|------|------------|
| Controriforma | Periodo storico della Chiesa cattolica, iniziato nel XVI secolo, volto a contrastare la Riforma protestante attraverso la riaffermazione dei dogmi cattolici e l'introduzione di riforme interne. |
| Rococò | Movimento artistico e stilistico del XVIII secolo, caratterizzato da eleganza, leggerezza, ornamentazione elaborata e colori chiari, che si sviluppò in Francia e si diffuse in tutta Europa. |
| Rivoluzione industriale | Processo di trasformazione economica e sociale che ebbe inizio in Gran Bretagna nel XVIII secolo, caratterizzato dall'introduzione di nuove tecnologie, dalla meccanizzazione della produzione e dallo sviluppo del sistema di fabbrica. |
| Illuminismo | Movimento filosofico, culturale e politico sorto in Europa nel XVIII secolo, che poneva al centro la ragione, la scienza e la libertà di pensiero, con l'obiettivo di liberare l'umanità dalle superstizioni e dall'ignoranza. |
| Guerre di successione | Serie di conflitti che sconvolsero l'Europa nel XVIII secolo, generati dalle dispute dinastiche per la successione al trono di vari regni, come quello spagnolo, polacco e austriaco. |
| Pace di Aquisgrana (1748) | Trattato di pace che pose fine alla guerra di successione austriaca, ridisegnando in parte gli equilibri territoriali e politici europei. |
| Enciclopedia o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri | Monumentale opera collettiva a cura di Diderot e d'Alembert, pubblicata in Francia tra il 1751 e il 1772, che mirava a raccogliere e divulgare tutto il sapere umano secondo i principi dell'Illuminismo. |
| Spirito delle leggi (L'esprit des lois) | Opera fondamentale di Montesquieu pubblicata nel 1748, che teorizza la separazione dei poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario) come fondamento della libertà politica e del moderno stato di diritto. |
| Deismo | Corrente filosofica e religiosa del XVIII secolo che ammette l'esistenza di un Dio creatore dell'universo, ma rifiuta le religioni rivelate e i dogmi, basando la fede sulla ragione e sull'osservazione della natura. |
| Cosmopolitismo | Atteggiamento culturale che considera tutti gli esseri umani come cittadini del mondo, promuovendo un senso di appartenenza comune che trascende i confini nazionali. |
| Sensismo | Teoria filosofica secondo cui ogni conoscenza deriva dall'esperienza sensoriale; la mente è considerata una tabula rasa alla nascita, plasmata dalle impressioni provenienti dai sensi. |
| Assolutismo illuminato | Forma di governo in cui i sovrani, pur mantenendo un potere assoluto, adottavano idee e riforme ispirate all'Illuminismo, cercando di migliorare le condizioni di vita dei sudditi e l'efficienza dello Stato. |
| Accademia dell'Arcadia | Accademia letteraria fondata a Roma nel 1690, promossa da intellettuali che miravano a riformare la poesia italiana e a contrastare gli eccessi del Barocco, valorizzando la semplicità, la chiarezza e il classicismo. |
| Intellettuale-erudito | Figura dell'intellettuale tipica della prima metà del Settecento, caratterizzata da una profonda conoscenza delle discipline classiche e da un'attività prevalentemente dedita allo studio e alla conservazione del sapere. |
| Trattato sulla tolleranza | Opera di Voltaire del 1763, che difende fermamente il principio della tolleranza religiosa e dell'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, indipendentemente dalla loro fede. |
| Contratto sociale (Il contratto sociale) | Opera di Jean-Jacques Rousseau pubblicata nel 1762, che espone la sua teoria sulla formazione della società civile attraverso un patto tra eguali, fondato sulla volontà generale e sulla sovranità popolare. |
| Giurisdizionalismo | Tendenza di alcuni Stati europei nel Settecento a estendere la propria giurisdizione su materie ecclesiastiche, limitando il potere e l'ingerenza della Chiesa. |
| Giusnaturalismo | Dottrina filosofica e giuridica che sostiene l'esistenza di un diritto naturale universale, indipendente dalle leggi positive, basato sulla ragione e sulla natura umana. |